Dallet racconta di quando a Parigi usciva e beveva dopo tutte le partite «Ovunque andassi c’era Ronaldinho»
A Sofoot: «Nei momenti in cui hai così tanti problemi che non sai da dove cominciare ricominci con l'alcool e con le droghe»

Bildnummer: 02507964 Datum: 05.12.2006 Copyright: imago/MIS Ronaldinho (FC Barcelona) will die Anh‰nger hˆren; Vdig, hoch, Freisteller, Jubel, jubeln, Torjubel, Gestik, Ohr, Ohren Champions League 2006/2007, FC Barcelona, Barca Barcelona Freude, Fuflball EC 1 Herren Mannschaft Einzelbild optimistisch Aktion Personen
«Oggi riesco ad addormentarmi senza aver bevuto». Sono queste le parole di Sebastien Dallet, ex calciatore professionista che ha militato prevalentemente in Francia. La sua poteva essere una carriera brillanta ma cattive compagnie e alcool lo hanno portato su una via oscura. L’intervista a SoFoot:
«Da giovane i soldi non mi importavano. È più sotto l’influenza di mio fratello maggiore. Da giovanissimo si trovò in cattiva compagnia. Era un bravissimo calciatore, capitano della Nazionale cadetti, ma borderline… A volte mi diceva: “Vieni, andiamo a comprare un chilo di hashish, lo tagliamo in barrette e ce lo rivendiamo”. Guadagnava e qualche volta mi comprava dei vestiti. Non ne avevo bisogno perché, anche con poco, i nostri genitori ci hanno cresciuto bene».
Negli anni ’90, a 18 anni arriva al Lens. negli anni 2000 approda al Créteil, una squadra vicino a Parigi:
«Uscivamo dopo le partite in casa, è lì che ho conosciuto bene la birra. Non ho bevuto prima di arrivare a Lens. Parigi non la conoscevo, ma ho imparato a farlo. Guadagnavo qualche soldo… Per un anno e mezzo non ero più un giocatore. Ho divorziato e poi è diventato un gran casino… Era Parigi di notte. Chiedi a Marco Verratti, ti racconterà com’è Parigi di notte».
E ancora:
«Hai soldi, quindi ti diverti. Ero fuori quasi tutte le sere…All’epoca, ovunque andassi, c’era Ronaldinho. Ovunque. Avevo la mia chiave per accedere al Barrio Latino Vip. Sono andato al Queen, ai Bains Douches, a La Cantine du Faubourg… ne ho un bel ricordo perché questo periodo è stato molto breve, altrimenti avrei smesso di giocare a calcio molto prima. Ritrovarsi soli, avere pochi soldi e stare a Parigi è complicato… La mia vita non sportiva era più ricca di quella sportiva. Faccio l’ultimo anno al Créteil, è un disastro al club».
Dallet ha passato diversi momenti brutti:
«Nei momenti in cui hai così tanti problemi che non sai da dove cominciare. A quel punto perdi la lucidità. Quindi fai quello che non dovresti fare: ritornare alle dipendenze. Ricominci a bere, con le droghe. Se fossi rimasto sobrio, pulito, non avrei potuto dormire. Impossibile. Non ero un grande fumatore, ma invece di versarti da bere, ti preparavi un piccolo cracker d’erba, solo per farti una boccata e dormire».