Il Guardian: «Le perdite di tempo sono aberranti, ma un allenatore che non le usa è un fesso»

"In 140 anni nessuno ha escogitato una vera soluzione per risolvere il problema". E allora tanto vale usarla come tattica

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Doha (Qatar) 21/11/2022 - Mondiali di calcio Qatar 2022 / Inghilterra-Iran / foto Imago/Image Sport nella foto: minuti di recupero ONLY ITALY

Le prime proteste per perdita di tempo risalgono addirittura al 1885, per una sconfitta in FA Cup che il Nottingham Forest non digerì. Ma il tema della melina tattica, con la gente che sviene al primo contatto pur di far trascorrere i minuti e congelare il risultato nella storia del calcio è stato preso più o meno di petto varie volte: nel 1982 in Inghilterra per esempio un comitato a tre formato da Bobby Charlton, Sir Matt Busby e Jimmy Hill fu incaricato dalla Football League di proporre idee per migliorare il gioco ed ed eliminare le perdite di tempo. Inutile dire che anche i loro suggerimenti furono bellamente ignorati.

Nel 1992 l’allora presidente della Fifa, Sepp Blatter, produsse, scrive il Guardian stamattina, “un raro momento di genuina perspicacia. Blatter disse che perdere tempo nei vari modi che il calcio si inventa è come barare.

Il punto, scrive Il Guardian stamattina, è che “in 140 anni nessuno ha escogitato una soluzione genuina” per risolvere il problema. Ora che il dibattito è tutto sulla rivoluzione tempo effettivo il timore è che come al solito si vada avanti senza risolvere niente.

Il Guardian ne fa un’analisi puntuale: secondo Opta, prima dello scorso fine settimana la partita media di Premier League in questa stagione era durata 98 minuti e 14 secondi, compreso il tempo di recupero. Ma la palla era stata in gioco per soli 54 minuti e 47 secondi. Con discrepanze notevoli tra partita e partita anche di venti minuti abbondanti. Ci sono squadre che sul non-gioco costruiscono il loro… gioco.

“Nessun numero di minuti di recupero può compensare una squadra che trasforma una partita in una successione di interruzioni prolungate”, scrive il Guardian. Che prova a dare un contributo costruttivo: “dopo la prima infrazione di una squadra l’arbitro avverte il capitano; dopo una seconda ammonisce il capitano, e dopo una terza ammonisce tutti i membri della squadra, il che significherebbe espellere il capitano e forse qualche altro”.

In ogni caso bisogna essere realisti, chiude Il Guardian: perquanto “la perdita di tempo può essere l’aberrante antitesi degli ideali corinzi del gioco, finché rimane possibile resta una verità deplorevole: qualsiasi allenatore che incoraggia la sua squadra a lasciare che il gioco scorra quando lo fa, li rende più propensi a perdere. Non è bravo… è sciocco“.

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