Napoli e Milan vincono sul campo perché hanno vinto nei bilanci (CorSera)
Senza il doppio binario non c'è futuro. Entrambi i club dimostrano che una gestione aziendale virtuosa può portare a risultati eccezionali

Napoli 16/03/2023 - comitato di ordine e sicurezza pubblica / foto Image nella foto: Aurelio De Laurentiis
La sfida tra Napoli e Milan, che si affronteranno domenica in campionato e poi due volte ai quarti di Champions League, va oltre il verdetto che darà il campo. Si tratta di una sfida tra due squadre che hanno fatto della sostenibilità la propria bandiera e che hanno dimostrato che si può arrivare in cima anche senza fare follie. Lo scrivono Carlos Passerini e Monica Scozzafava sul Corriere della Sera.
“Il risultato della partita non darà alcuna certezza aritmetica, quello che si consumerà al Maradona è il confronto tra due squadre che hanno sposato una filosofia di calcio sostenibile e vincente. Alla fine l’allievo Napoli ha superato il maestro Milan, percorrendo la (stessa) strada della riduzione di costi e ingaggi e dell’abbassamento dell’età media della squadra. Nel calcio moderno la partita è doppia: trionfare sul campo non basta più, serve vincere anche nei bilanci, altrimenti non c’è futuro. E in quest’ottica i due sfidanti sono un esempio, in Italia e anche in Europa: sono già campioni di sostenibilità”.
Il Milan l’anno scorso ha vinto lo scudetto dopo 11 anni dall’ultima volta e lo ha fatto dopo aver intrapreso un cammino del tutto nuovo: “niente più spese folli, tetto agli ingaggi, mercato finalizzato all’acquisto di talenti giovani e di prospettiva”. La vittoria dello scudetto con il quarto monte ingaggi della serie A
“è stata la prova del fatto che una gestione aziendale virtuosa può portare a risultati eccezionali. E che scelte difficili possono addirittura portare a miglioramenti, se c’è pianificazione”.
Stesse scelte portate avanti da De Laurentiis quest’anno con il Napoli.
“Le ha fatte l’anno dopo il club di De Laurentiis, abbattendo del 30 % il tetto ingaggi e respingendo al mittente le ambizioni di rinnovi a cifre elevate di Insigne e Mertens. Chi l’avrebbe detto che un giovane georgiano dal cognome impronunciabile, Kvaratskhelia, pagato 10 milioni, sarebbe stato protagonista con gol e assist? In pochissimi. Ma oltre all’intuizione geniale di mercato è stata fondamentale la volontà del club (De Laurentiis ha fatto del virtuosismo finanziario un vessillo) di svecchiare e rinnovare la rosa a costi contenuti. L’età media si è abbassata di un anno e mezzo (26,1). Kvara ma non solo: il Napoli è passato da Koulibaly a Kim, ha inserito il talento di Raspadori. Ha voluto il potenziale di un attaccante esperto come Simeone”.