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C’era una volta lo stadio di Napoli vuoto

Furono introdotte le poltroncine di tanti colori proprio evitare l’effetto deserto. Ora tutto è cambiato. E anche le curve hanno dovuto accantonare la contestazione

C’era una volta lo stadio di Napoli vuoto
Db Verona 13/03/2022 - campionato di calcio serie A / Hellas Verona-Napoli / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: tifosi Napoli

Posti assegnati diversi. “Vabbene saliamo in cima alla Posillipo e ce la vediamo insieme”. Una parola… fino al campionato scorso lo stadio, il Maradona Stadium, era più vuoto che pieno. E lo sapevano gli architetti del rifacimento dello stadio quando hanno sostituito le poltroncine di plastica scolorite con tante di colori vivaci. Fateci caso, vedendo la partita in televisione, le panoramiche degli spalti sembravano riprendere tutte le poltroncine occupate.

L’anno scorso. E adesso, alla prima del Maradona Stadium, il mondo è cambiato. Siamo saliti in cima alla Posillipo per ricongiungerci. Ma di posti liberi neppure uno. È il tifo, bellezza. E Napoli per generosità non è seconda a nessuno. Si fa amare se è amata. Si concede. A pochi istanti dal fischio di inizio, gli altoparlanti diffondono “O sole mio”. I festeggiamenti per l’anniversario della nascita di Diego si sono appena conclusi e quel medaglione con il suo ritratto è sulla pista che separa il manto erboso dalla Posillipo.

Il primo goal arriva subito. E per i primi venti minuti gli occhi degli spalti sorridevano felici. Una malattia contagiosa che ha colpito tutti. Vecchi e bambini. Felicità sincera di sorrisi dei ragazzi, doppiamente bella in quei napoletani che dimenticano la durezza e le delusioni della vita per il tempo di una partita.

E i cori, la colonna sonora di questa stagione magica al Maradona Stadium. Il più emozionante che sembra un battito accelerato di respiro è “Kim Kim Kim” ripetuto e letto come se fosse un copione di una scena da film o di uno spartito per i timpani.

E le curve che non possono più fare le indifferenti. Il miracolo di Napoli è anche questo: un colpo di spugna. Tutte le tossine, i rancori, la rabbia, le delusioni sono spartiti. È come se il Napoli fosse ripartito da zero, anzi da tre. Non è un caso che solo Diego è sull’Olimpo dei tifosi. Gli ultimi idoli sono stati dimenticati per fare spazio alla nuova squadra. Sì Osimhen, sulla freccia dell’applausometro è senza dubbio il primo. Ma conta poco, perché il popolo del Maradona Stadium apprezza tutti. Li ama, li applaude, si diverte.

Napoli pensava di dover soffrire, sognare, sperare. E invece ha scoperto che con il fischio di inizio, si ritrova nel più affascinante spettacolo di sempre.

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