«O ti radi o non arbitri», così l’Eurolega minacciava e discriminava i suoi arbitri con la barba

La Faz racconta la storia di Benjamin Barth, uno dei migliori arbitri di basket in Europa, estromesso perché al capo degli arbitri non piacciono le barbe

arbitri basket

Benjamin Barth è un bell’uomo tedesco. Alto un metro e 85, spalle larghe. Un ex ufficiale della Bundeswehr, ha prestato servizio nelle aree di crisi. Per hobby pilota aeroplani. Ora lavora come manager per una compagnia di armamenti tedesca, ma è stato uno dei migliori arbitri di basket d’Europa, per più di 20 anni. Poi ha scoperto di avere un problema: Barth ha la barba. Rossa, per giunta.

Con la barba, in Eurolega non si arbitra. C’è – c’era, perché Barth ha combattuto e vinto la sua “guerra” – un codice di condotta quasi militare. E un capo degli arbitri con una evidente repulsione per la peluria sul viso.

La storia, incredibile, la racconta la Faz.

L’Eurolega è la Champions del basket (anche se funziona come sarebbe dovuta essere la Superlega). L’elite: i migliori giocatori, le migliori squadre d’Europa. Le linee guida a cui si sottopongono gli arbitri della lega sono lunghe 17 pagine. C’è definito tutto: puntualità, forma fisica (vietato ingrassare durante la stagione), comunicazione (vietato parlare con i tifosi). E le “qualità personali”: “Un arbitro di Eurolega agisce e si comporta in modo esemplare”.

Barth viene “arruolato” da Richard Stokes, il capo degli arbitri dell’Eurolega. Cerca arbitri con “personalità”, ha osservato Barth per tutta la stagione in Bundesliga. Gli fa molte domande in una telefonata che dura quasi un’ora e mezza. Barth ha le foto del profilo fatte secondo le specifiche di Eurolega, in cui ha la barba.

A febbraio 2021 Barth comincia ad arbitrare, le sue prime due partite di Eurolega. Sempre con feedback eccellenti. Per la stagione 2021/22, Barth dovrebbe arbitrare di più. Viene invitato al ritiro pre-stagionale con tutti i 70 arbitri, compreso Stokes. E’ la prima volta che gli viene posta la fatidica domanda: “Hai intenzione di raderti prima delle partite?”.

Il 5 ottobre 2021 Barth è Bayreuth per arbitrare una partita di BBL Cup. Richard Stokes gli scrive su Whatsapp. “Potresti arbitrare una partita il 12 ottobre?”. “E hai intenzione di raderti prima della partita?”. Segue dialogo visionato dalla stessa Faz:

“Rasarsi o rifinire completamente?”
“Rasatura completa”.
“Davvero, Richard?”
“È una domanda. . .”
“È la mia personalità. Sembro un bambino grasso senza barba”.
“Posso conviverci. E tu sei in forma”
“Grazie Richard. Ma non voglio”

Barth crede che sia uno scherzo. E invece no. In una successiva telefonata, con un testimone, Barth racconta che “Stokes mi ha spiegato che agli allenatori e ai direttori sportivi non piace la barba e se ne lamenterebbero. In tutti gli altri sport principali, gli arbitri non portano la barba. Ma io non sono un arbitro migliore o peggiore con o senza barba, solo che l’Eurolega non la vuole così”. Stokes lo minaccia: “Mi dispiacerebbe se dovessi lasciare l’Eurolega per questo”.

La diatriba viene portata fino alle estreme conseguenze. Barth verrà piano piano escluso, fino a non arbitrare più. Comincia una battaglia legale. Si rivolge all’UEBO, il gruppo di difesa degli arbitri. La Bundesliga è sbalordita: “Benjamin Barth è uno dei migliori e più illustri arbitri”, afferma il direttore sportivo della lega Jens Staudenmayer: “Il fatto che non siano più assegnate partite a causa della sua barba è del tutto inaccettabile, incomprensibile”

La storia comincia a girare. Barth viene a sapere che diversi arbitri si sono effettivamente rasati per poter continuare a lavorare, anche perché economicamente dipendenti dal campionato. Barth racconta di colleghi spagnoli e francesi che hanno messo mano al rasoio secondo le istruzioni di Stokes.

Barth si rivolge agli avvocati e incarica lo studio legale Lentze Stopper di Monaco, che si è fatto un nome nel diritto sportivo. L’Eurolega inizialmente rifiuta di avviare uno scambio serio. Ma Barth non si arrende, minaccia di rendere tutto pubblico. Il 27 aprile la Lega cede. Descrive l’approccio di Stokes in una lettera a disposizione della FAZ come “fuorviante” (“mancato”) e inaccettabile. Si scusa con Barth e descrive la barba di Barth come “ben curata”. L’Eurolega assicura che nessun arbitro dovrà mai più presentarsi alle partite completamente rasato. Una vittoria per Barth su tutta la linea.

Stokes chiede scusa, si dice “estremamente dispiaciuto”.  Barth non arbitrerà mai più in Eurolega.

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