Bagni su flop del Napoli in casa: «In campo vanno i giocatori. Un allenatore non può portare personalità»

Alla Gazzetta: «Un allenatore può dare indicazioni tattiche e trasmettere le sue certezze. Il Napoli dello scudetto aveva qualità inferiore ma carattere» 

Salvatore Bagni

Db Milano 06/06/2011 - assemblea ordinaria Lega Calcio Serie A / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Salvatore Bagni

La Gazzetta dello Sport intervista Salvatore Bagni, centrocampista del Napoli dello scudetto, nel 1987. Gli viene chiesto il motivo per cui il Napoli non riesce a vincere nelle partite casalinghe.

«Per vincere non serve solo la qualità che la squadra di Spalletti ha dimostrato di avere. Sono necessarie altre doti, come personalità, temperamento e capacità di portare a casa anche qualche risultato non giocando bene. Al Maradona, nonostante i limiti di capienza nei vari periodi, la squadra ha avvertito una pressione troppo forte. Specialmente quando doveva far risultato dopo qualche colpo importante in trasferta. Fuori casa la formazione Spalletti è sembrata più libera mentalmente. Come pure nel periodo dell’emergenza e delle assenze per la Coppa d’Africa. Non sentiva il carico di certe responsabilità e rendeva meglio».

Non si tratta della mancanza di chi è abituato a vincere.

«Non è quello il punto. Il mio Napoli, quello dello scudetto del 1987, aveva nel complesso una qualità inferiore a quella della squadra di Spalletti che giudico invece altissima. Ma avevamo personalità e carattere. Così in tre anni dall’arrivo di Maradona il gruppo fu capace di arrivare allo scudetto».

Le responsabilità di Spalletti?

«In campo vanno i giocatori. Un allenatore può dare indicazioni tattiche e trasmettere le sue certezze. Non può portare personalità. Alla fine però sarà comunque un gran campionato col ritorno in Champions».

Secondo Bagni si poteva puntare di più su Mertens.

«So che alla sua età forse non regge più i 90 minuti. Ma visto che Fabian Ruiz e Zielinski non sono stati brillanti ultimamente per vari problemi, al loro posto avrei inserito Mertens con una mediana bloccata con Anguissa e Lobotka. Piuttosto che schierarlo nel finale io lo farei entrare dall’inizio per sostituirlo eventualmente dopo. Dà carica alla squadra con la sua presenza in campo. In questo Napoli un trascinatore come Mertens serve molto».

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