Gosens: «Studio psicologia perché voglio capire da cosa dipende stare bene o meno in campo»
Ad Outpump: «Mi affascina capire come funziona la mente, non solo la mia. Quando sei preoccupato le tue performance ne risentono»

Robin Gosens, ha rilasciato un’intervista ad Outpump in cui parla della sua esperienza all’Inter.
“Solo le sfide difficili ti portano a un livello superiore. Se tu affronti sempre e solo le sfide facili non cresci mai come calciatore, ma soprattutto non cresci mai come persona. Ho sempre ringraziato di avere un mindset che mi porta a sfidarmi con i campioni, a scegliere la strada più difficile, così che io possa crescere. Poi è anche vero che queste possibilità nella carriera non vengono fuori tutti gli anni. Giocare per una delle squadre più importanti del mondo in uno dei momenti personalmente più difficili è stato interessante”.
Gosens studia psicologia.
“Ho iniziato perché mi affascina capire come funziona la mente, non solo la mia. Il mondo del calcio mette in contatto persone con culture diversissime. In uno spogliatoio puoi trovare gente da ogni parte del mondo, anche qui all’Inter rappresenteremo più di sette o otto nazioni. Poi, ovviamente, c’è una grossa fetta di comprensione individuale. Quando c’è la testa, le prestazioni in campo sono molto più facili, quando sei preoccupato, anche per cose che non riguardano il calcio giocato, le tue performance ne risentono. Io volevo capire da che cosa dipende stare bene in campo o stare meno bene in campo”.
Il periodo più difficile nella sua carriera è stato l’infortunio che lo ha tenuto lontano dal campo per quattro mesi.
“È stato il periodo più difficile della mia carriera. Non giocare per più di quattro mesi, quindi non fare contemporaneamente il tuo lavoro e ciò che ti diverte di più nella vita, è stata una sfida. Non sono un qualcosa che capita, ma sono parte del percorso, del tuo lavoro”
Poi la ricaduta:
“Il momento peggiore. Dopo due mesi ero quasi pronto, ero vicinissimo alla prima convocazione. Ho avuto quattro o cinque giorni davvero difficili, anche a casa non ho voluto parlare con nessuno. È umano. Se qualcosa che ami, proprio mentre si sta per concretizzare, ti scivola via dalle dita, diventa difficile. Però con il supporto del mental training, ho provato a superare questo momento e fortunatamente adesso è passato”.