Barazzutti: «Persino Borg ad un certo punto ha ceduto, Nadal no. A livello mentale è il numero uno»

Mentre tiene banco il ritiro di Musetti a Repubblica il capitano azzurro ribadisce l'importanza della testa: "Connors a 40 giocava tutti i punti alla morte"

nadal Us Open

La questione Musetti tiene ancora banco. Il ritiro-che-non-si-fa non è piaciuto a chi sa come funziona lo sport, il rispetto dovuto al campione che ti sta battendo. Soprattutto per l’aspetto mentale della faccenda. Quei tre – Nadal, Djokovic e Federer – sono mentalmente irraggiungibili. Come dice Corrado Barazzutti a Repubblica, intervistato sul tema: “Questi tre giocatori sono stati battuti più dal tempo che dagli avversari, questa è la verità”.

Il motivo, appunto, è la testa. La mentalità. Ne ha scritto su L’Equipe anche un sociologo della performance ieri. Nadal è il prototipo dell’iperperformante.

“Questi tre – dice il capitano del tennis azzurro – sono di un altro livello mentale. Riescono a tenerlo sempre, incessantemente. Mentre il resto del mondo ha degli alti e dei bassi. Non sono tutti uguali, nemmeno loro. Perfino Djokovic avverte dei vuoti. Su questo Nadal è numero uno”.

Il dio dell’agonismo “c’è nato, così”.

“Ci sono specialisti che, usando le parole giuste, riescono a far scattare dei clic, a migliorare certi aspetti dei giocatori. Ma fino a un certo punto. Nadal appartiene alla genìa di campioni che hanno qualcosa di più dentro, come Connors, McEnroe e lo stesso Borg. Per dire, Connors a 40 anni giocava tutti i punti con lo stesso fuoco, con lo stesso ardore. Era incredibile, lo ha fatto per tutta la carriera”.

“Nadal, in questi anni, ha sempre trovato delle motivazioni che, secondo me, gli vengono naturali. Pensate al passato, pensate a Borg: era una macchina, ma ha ceduto di schianto, ritirandosi a 26 anni. Nadal invece, a 35 anni, è ancora lì con umiltà a fare il pugnetto, a rincorrere le palle, talvolta a subire i colpi altrui in attesa di piazzare il suo vincente oppure attendere l’errore o costringere l’avversario a sbagliare”.

Figurarsi ritirarsi a due game dalla fine, senza un infortunio paralizzante, contro un campione sul centrale del Roland Garros.

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