Higuain: “Ora sono felice, sono uscito da quella bolla di pressione e molestie del calcio”
A La Nacion: “I soldi aiutano, ma non fanno la felicità. Sarei masochista se dopo il ritiro, restassi nel calcio: mi piacciono cucina ed enologia”

Gonzalo Higuain, attaccante dell’Inter Miami, si è raccontato in una lunga intervista a La Nacion, di cui si riporta un estratto.
Il primo anno a Madrid non parlai molto. Ero timido, e penso sia qualcosa che si è perso adesso. Non vedo ragazzi di 19-20 anni che davanti a un 33enne rimangono interdetti. Io invece ero stordito quando ero davanti a Beckham, Roberto Carlos, Casillas, Raul, Cannavaro, Cristiano Ronaldo. Non aprivo bocca, non riuscivo nemmeno a mettermi sul lettino dei messaggi.
Ho pensato a tutto ciò che ho passato, la verità è che ora mi sento molto felice perché ho ottenuto ciò che volevo: uscire da quella bolla di pressione, di richieste, di molestie della stampa e dei tifosi. Qui il calcio non è una priorità, la gente non ti giudica se sbagli o segni un gol, vivo con serenità ed è qualcosa che stavo cercando. Ora mi sento una persona normale ed è qualcosa di nuovo per me, a volte quasi sconvolgente. Nessuno ti salta addosso, se ti incontrano ti fanno soltanto complimenti, hanno molto rispetto del tuo momento. Al massimo salutano con la mano. L’arrivo di mia figlia ha cambiato la mia sensibilità, con lei ho capito che ci sono cose più importanti.
Quando mi dicono ‘di che ti lamenti, sei ricco e in salute’, io penso che vado avanti così da quando ho 9 anni, facendo l’impossibile affinché le cose vadano bene. I soldi che ho, non sono caduti dal cielo ma me li sono guadagnati col sudore. La ricchezza aiuta, ma non fa la felicità. Ho giocato a Madrid, a Napoli, a Torino, a Milano e a Londra, ogni festa la fai con compagni diversi, gli amici veri e la famiglia li vedi poco. Il prezzo da pagare è alto, ma lo sai e ci convivi.
Sono quello che ha giocato di più con Messi e Cristiano Ronaldo perché sono quello che li ha capiti di più. Sapevo cosa fare e cosa non fare e penso di essere piaciuto ad entrambi, sapevano di poter contare su di me. Ho avuto il privilegio di giocare e divertirmi con entrambi. Non mi sono mai reputato migliore o peggiore di nessuno, ma posso tornare in tutti i club in cui sono andato perché mi è sempre importato essere ricordato come una brava persona. Questo per me vale più dei titoli.
Nel mio futuro non ci sarà il calcio, la mia vita andrà in un’altra direzione. Sarei un masochista se dopo tutto quello che ho sofferto rimanessi ancora in questo mondo dopo il ritiro. Mi voglio divertire con i miei cari e poi farò quello che sento, ma sono convinto che non sarà nel calcio. Mi piace la cucina e l’enologia, come sport dico il padel.