Caos tamponi Lazio. Gazzetta: per i risultati della perizia ci sarebbero 18 positivi in più

Nel riprocessamento dei tamponi della Lazio effettuati il 6 novembre dalla Futura Diagnostica, Leiva e Immobile sarebbero negativi, e ci sarebbero 25 positivi in totale

Caos tamponi Lazio

Non si placa la polemica nata intorno ai risultati dei tamponi della Lazio e alla positività ballerina di Immobile, Leiva e Strakosha.

Sono infatti terminati i controlli dell’ospedale Moscati di Avellino sui 95 test fatti il 6 novembre dalla Futura Diagnostica al gruppo squadra della Lazio e ai familiari. Gli esiti, come riporta la Gazzetta dello Sport, sono davvero sorprendente. Il riprocessamento dei test  infatti, oltre a la positività di Thomas Strakosha e la negatività di Ciro Immobile e Lucas Leiva, ha riscontrato 25 positività totali, a fronte delle 7 rilevate dalla Futura Diagnostica. 

È chiaro che a prenderla così, senza se e senza ma, si tratterebbe di un risultato preoccupante: o nelle loro case, o nel centro di allenamento, dei positivi sarebbero andati in giro senza sapere di esserlo, e quindi senza il rispetto di tutte le norme di legge sull’isolamento con i rischi del caso. Ma dovranno essere verificate tutte le spiegazioni possibili. Sulle identità dei 18 negativi secondo la Futura Diagnostica e positivi a stare agli esami dell’ospedale Moscati, c’è grande riserbo.

Al di là delle indagini e dell’inchiesta aperta, la domanda che si pone la Gazzetta è: com’è possibile che ci siano stati risultati così distanti?

La difesa del centro Futura Diagnostica punta sul fatto che siano state utilizzate apparecchiature differenti per riprocessare i tamponi, ma soprattutto su una questione legata alle tempistiche

In particolare, le modalità di trasporto dal laboratorio all’ospedale dopo il sequestro effettuato dalla Guardia di Finanza nella giornata di sabato 7 novembre. Poi la conservazione dei tamponi oltre le 48 ore (fra la prima analisi e la seconda sono passati quattro giorni), la soglia oltre il quale è necessario custodire tutto a meno 80 gradi, secondo le linee guida dell’Istituto Superiore di Sanità pubblicate lo scorso 29 maggio.

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