La Lombardia chiude i bar non le scuole (come Mangiafuoco De Luca)

Magari De Luca fosse ancora quello del lanciafiamme. Si è genuflesso a chiunque. Ci voleva Elsa Fornero (l'unico politico del decennio) a ricordare le priorità del Paese

Magari De Luca fosse rimasto uguale a sé stesso. A noi dei runner, degli aperitivi, dei finti libertari non interessa nulla. Il punto è che Vincenzo De Luca ha lasciato tutto aperto, ha lasciato al virus la libertà di scorrazzare in lungo e in largo ma ha chiuso le scuole. Un comportamento da barbaro (ammesso che i barbari non avessero le scuole). Come ha scritto Mario Piccirillo, ha chiuso le scuole mentre fuori è tutto un aperitivo.

Magari avesse esibito il lanciafiamme. Si è genuflesso a tutti. Il coprifuoco dopo mezzanotte non è ridicolo. Di più. Poteva minacciarlo dalle due di notte alle sei, già che si trovava.

Siamo messi così male che dobbiamo farci impartire lezioni di civiltà dalla Lombardia che – di fronte all’aumento di contagi – ovviamente non ipotizza di chiudere le scuole. Ipotizza la didattica a distanza solo per le superiori. Perché, ovviamente, alle elementari si va a piedi e per molti anche alla media. Forse a Salerno non è così.

La Lombardia sta pensando di chiudere i bar. Alle 21, non dopo le 24. In realtà già è tardi. Dovrebbe chiuderli dopo le 18. Perché l’aperitivo, così come il calcio, non è un diritto. Ci voleva Elsa Fornero per dirlo: l’unica politica degna di questa nome che “ha calcato le scene” negli ultimi dieci anni.

Mentre abbiamo Cristiano Ronaldo che continua a replicare a un ministro del governo. Mentre abbiamo un commissario tecnico della Nazionale che rilascia dichiarazioni che arrecano danni gravissimi alla tutela della salute pubblica, come avverrebbe solo nello Stato libero di Bananas. Mentre avviene tutto questo, ci becchiamo una lezione di governo dalla Lombardia. Il che vuol dire che siamo messi davvero male, vista la loro gestione del coronavirus.

 

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