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Troppo più forte il Psg (3-0). Il Lipsia gioca come il vestito di Nagelsmann

Imbarazzante il divario in campo. Eccessive le sinfonie per l’enfant prodige della panchina che prende un gol con la mitica costruzione da dietro

C’è mai stata semifinale di Champions con più disparità di valori in campo? Sicuramente ci sarà stata. Fatto sta che tra Psg e Lipsia non c’è stata partita. Tre a zero il risultato finale, ed è un tabellino non rappresentativo della differenza tra le due squadre. Nel primo tempo la differenza è stata imbarazzante. I francesi hanno segnato due gol, colpito due pali esterni, e hanno dato l’impressione di poter entrare in porta ogni qual volta volessero. Del Lipsia si ricorda una sola azione da gol. Nella ripresa, alla prima azione pericolosa, è arrivata la terza rete. Il Psg, per la prima volta nella sua storia, è in finale di Champions.

Probabilmente, come spesso accade, erano partite con eccessivo anticipo le sinfonie per l’enfant prodige del calcio: l’appena 33enne Nagelsmann. Era troppa la voglia di cantare un cambio della guardia , vista anche la debacle di Guardiola. Va qui ricordato, per onestà, che l’Atalanta ha realmente messo in difficoltà il Psg, lo ha costretto ad avere paura. Il Lipsia è parso uno sparring partner neanche di prima fascia.

La partita del Lipsia è ben sintetizzata dal look di Nagelsmann, con un vestito che oggi si trova alla Standa o da Oviesse. Ci ha molto colpito – seguendo le partite del Napoli – la similitudine tra alcuni fondamentali del Lipsia e l’essenza del Napoli di Gattuso. A tratti, nel primo tempo, abbiamo anche rivisto il doppio pullman.

Della dimenticabile prestazione dei tedeschi, ci piace rammentare il secondo gol subito. È nato dalla contemporanea costruzione da dietro, quella novità tattica che noi bifolchi del calcio ci ostiniamo a non comprendere (anche perché ricordiamo che da ragazzini se prendevi un gol così, come minimo ti beccavi insulti liberi a tua madre e non potevi nemmeno dire nulla): il portiere si diletta con i piedi, sbaglia il passaggio e il Psg va in porta con Di Maria. Sembrava una di quelle partite di inizio stagione, chessò Psg-Versailles.

Dopo aver ricordato che Tuchel ha lasciato Icardi in panchina per affidarsi al tridente Mbappé Neymar Di Maria, e ha riportato Paredes in mezzo al campo, passiamo all’ultima considerazione.

Che riguarda due italiani che questa sera staranno masticando amaro. Uno è juventino e l’altro è ex juventino. Uno è Buffon. Che ha lasciato il Psg per tornare alla Juve nella speranza di vincere la Champions con Ronaldo. E invece in finale ci vanno i suoi ex compagni che lo scorso anno uscirono anche per colpa sua.

L’altro è Allegri che fino a qualche settimana era in pole position per la panchina del Psg. Ma ora come faranno gli emiri a licenziare Tuchel? Senza dimenticare che anche l’Inter avrò non poche difficoltà nel cacciare Conte (anche lui in finale: di Europa League). Stando così le cose, Allegri rischia di stare fermo anche il secondo giro.

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