Povero Sarri: «Colpito dall’odio contro la Juventus, a Napoli mi hanno addirittura fischiato»

«Tutto questo odio ti porta a innamorarti della tua realtà. Noi siamo quelli favoriti dagli arbitri ma se guardi i numeri, parlano chiaro: sono impressionanti».

sarri amareggiato

Ph Carlo Hermann/KontroLab

Sarri: «Colpito dall’odio contro la Juventus»».

Povero Maurizio Sarri, è rimasto impressionato dall’odio e dall’amore nei confronti della Juventus. Lo ha detto nel corso della trasmissione su Youtube “A casa con la Juve”, in collegamento con Veronesi.

Ecco cosa ha riportato da Tuttomercatoweb:

Ci sono due cose che mi hanno colpito: l’amore e l’odio. Siamo circondati dall’amore in tutte le città in cui andiamo, ma anche da odio. Questo lo capisci solo quando cominci a vivere il mondo Juventus. Noi siamo quelli favoriti dagli arbitri, ma guardi i numeri parlano chiaro, sono impressionanti in un’altra direzione. Sono stato fischiato a Napoli io dove sono nato e città in cui ho dato tutto. Se non ho vinto è perché sono scarso, non perché non ho dato il 100%, a Torino i tifosi della Fiorentina hanno insultato mia madre. Questo ti fa capire che odio c’è per questa società e squadra, e questo ti porta a innamorarti della tua realtà. Se diventi gobbo, è anche perché dall’esterno sei attaccato praticamente da tutti.

Ci fa così tenerezza Maurizio Sarri uomo dalla specchiata sincerità. Chi avrebbe mai potuto mettere in dubbio la sua spontaneità? Dote che da sempre lo ha contraddistinto. È rimasto colpito dall’odio nei confronti della Juventus. Ci stringiamo attorno a lui e gli chiediamo scusa per averlo turbato.

 

 

Il tecnico bianconero ha raccontato qual è il primo posto che vorrebbe visitare dopo l’emergenza coronavirus

Il primo luogo che mi piacerebbe visitare alla ripresa è Roma per la finale di Coppa Italia. E poi una città europea perché vorrà dire andare avanti in Champions. Ho riguardato un po’ di partite per rifarmi un’idea più distaccata. In questo momento momento bisogna pensare che faremo l’estate giocando, dunque questo è il momento giusto per staccare. Mi sa che faremo quattordici mesi consecutivi. Guardo il Milan di Sacchi e mi rendo conto che erano vent’anni avanti. E poi leggo tanti gialli”.

Poi sulla sua proverbiale scaramanzia

“Siamo così tanto legati agli episodi e a cose che devono fare altri, che la mente di un allenatore diventa sempre scaramantico. Episodi ne potrei raccontare tanti: quando ero in Eccellenza avevo la fissazione di mettere sempre la macchina allo stesso posto, i ragazzi se n’erano accorti e ogni tanto mi mettevano la macchina lì apposta. Una volta diedi a un ragazzo tre minuti per spostarla, poi misi la prima e gliela spostai.. la partita finì 2-0 per noi”.

E un aneddoto su Dustin Hoffman

“Succedeva di tutto. Il bar era l’ora di cazzeggio, dissacrante su tutto e su tutti. Da un po’ d’anni a Figline abita Sting: mi ricordo una volta che passò davanti al bar Dustin Hoffman, noi per scherzo perché pensavamo non fosse lui dicemmo ‘Dustin’ e lui si avvicinò! Era veramente lui, ospite di Sting”.

 

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