In 85 giorni in panchina e grazie ai nuovi innesti di mercato il tecnico ha ristrutturato il Napoli con il 4-1-4-1, spogliandolo di eleganza ma arricchendolo di ferocia e umiltà

Rino Gattuso è sulla panchina del Napoli da 85 giorni. In questo periodo, scrive Antonio Giordano sul Corriere dello Sport, è riuscito
“a intrufolarsi nel corpo e nella testa di una squadra improvvisamente appiattita su se stessa, smarritasi chissà come, dove, quando e perché in un labirinto”.
Il suo primo istinto è stato quello del 4.-3-3. Un istinto che, scrive il quotidiano sportivo, è stato figlio dell’investitura ricevuta da De Laurentiis e Giuntoli.
“figlio di una «investitura» ricevuta nel contatto con De Laurentiis e Giuntoli, l’ha trascinato nel gorgo nostalgico del 4-3-3”.
Ma l’assenza di un regista classico ha fatto capire che era un modello impraticabile. Così, anche grazie agli innesti di mercato, lo ha corretto in un 4-1-4-1
“che garantisce protezione in fase difensiva e consente egualmente di liberare la fantasia sugli esterni – e nelle percussioni delle mezzeali – quando il pallone è del Napoli”.
È stato un procedimento lento e anche rischioso ma la squadra ne è venuta fuori completamente cambiata.