L’arbitro di Betis-Barca non ne azzecca una. Fino all’incredibile penalty non concesso al 94′ per una lunghissima trattenuta in area. Polemiche sul Var inesistente, anche in Spagna

Antonio Giua in spagnolo si dice José María Sánchez Martínez. Napoli e Barcellona, a due settimane dal match di Champions al San Paolo, si incontrano in moviola per reclamare entrambe un rigore palese negato e un arbitraggio “infelice”. Con destini opposti, però. Perché alla fine, trascinato da Messi, il Barcellona ha vinto, più forte pure dei torti arbitrali.
L’arbitro José María Sánchez Martínez “è stato il triste protagonista della partita di ieri”, scrive il Mundo Deportivo. “Dal primo minuto è stato sopraffatto dall’atmosfera e dal gioco, accolto da proteste e cori anche prima di iniziare la partita. Il rigore non concesso nel finale di gara per un fallo evidente di Bartra su Messi riassume la prestazione di Sánchez Martínez”.
Grande assente, anche in questo caso, la Var. Che non interviene, non corregge e lascia l’arbitro in balia di una partita (finita anche con due espulsione) che non riesce in alcun modo a controllare. Errori dal primo all’ultimo minuto, con falli da espulsione non fischiati, due rigori plateali non visti (uno recuperato grazie alla Var), e un’incredibile sequenza di errori. Fino a quello “che hanno visto tutti, tranne l’arbitro”, e il Var, Del Cerro Grande.
Le espulsioni di Fekir e Lenglet – scrive il Mundo – fanno da preludio al penalty non concesso per la lunghissima trattenuta da dietro in area di Marc Bartra su Leo Messi. “Una sanzione da insegnare nelle scuole. Lo vedono tutti, tranne Sánchez Martínez e i suoi complici nella stanza del Var”.
Marc Bartra trying to do to Messi what he couldn’t do to Gareth Bale ?pic.twitter.com/y2pyMGpv5a
— Sara FCB ?????? (@SazaFCB) February 10, 2020
Messi, finita la partita, resta a chiacchierare con l’arbitro, chiedendo spiegazioni, mentre il Villamarín canta “mani in alto, questa è una rapina”.