Di Francisca: “Fioretto, per Tokyo 2020 abbiamo un problema. Non ci amalgamiamo”
L'Olimpionica al Corriere dello Sport: "Non vinciamo come vorremmo, e se tira male una tirano male tutto. La squadra diventa un castello di carte"

Due ori a Londra, un argento a Rio, un figlio, Ettore, che si avvia a imitare la mamma col fioretto, e soprattutto la terza Olimpiade in arrivo, a Tokyo. Elisa Di Francisca è in aria di investitura come portabandiera, ma nel frattempo, in un’intervista al Corriere dello Sport lancia una specie di piccolo allarme: la squadra femminile ha qualche problema di… squadra.
“Sono incazzata. La qualificazione era scontata alle Olimpiadi era scontata. Andiamo, due conti li so fare e il terzo posto nella prova a squadre (in team con Arianna Errigo, Alice Volpi e Francesca Palumbo) sta stretto. Non vinciamo come vorremmo, non ci amalgamiamo. Se tira male una, tirano male tutte e diventa un castello di carte”.
Lo dice scherzando, più o meno:
E’ anche “un problema di inno. Guardi, sembrerà una stupidaggine ma per me è importante: una volta, la sera prima della gara, si passava parte del tempo a elaborare la canzone della vittoria. Oggi no, non mi collaborano”.
Thomas Bach, presidente del Cio, ha preannunciato il pugno duro per gli atleti che faranno politica ai Giochi. Di Francisca a Rio portò sul podio la bandiera dell’Europa…
“A me adesso interessa una bandiera soltanto: ha i colori verde, bianco e rosso dell’Italia e vorrei sfoggiarla alla cerimonia inaugurale. Comunque quando ho portato quella europea non volevo lanciare certo un messaggio politico. Non mi interessa nemmeno la politica. Era un messaggio di unione. Se Bach ha preso quella decisione è ok, ma la legge dovrà essere uguale per tutti”.