De Laurentiis ha rimosso una leggenda come Ancelotti perché considerato molle, ma il nuovo allenatore non ha raddrizzato la china del Napoli

Si vuole l’esaltazione del concetto di squadra, il crederci sempre e provarci fino in fondo. Ma i risultati non sono sempre quelli desiderati
Sul Giornale la nuova tendenza del calcio, il punto G, come lo definisce il quotidiano.
“dove non si arriva col talento, ci si può provare con la grinta. Eccolo il punto G del calcio. L’esaltazione del concetto di squadra, la capacità di trasferire sui giocatori pochi ma profondissimi concetti, che vanno oltre gli schemi di una punizione o un calcio d’angolo. Crederci sempre, non sentirsi inferiori a nessuno, provarci fino in fondo e poi correre e correre e correre”.
Un concetto che passa per la scelta dei tecnici, anche se spesso non basta.
Il prototipo del tecnico tutto grinta è Antonio Conte. Che però, ricorda il quotidiano, non è sempre stato quello che è adesso.
“eppure esattamente 10 anni fa (7 gennaio) lasciò da sconfitto la prima panchina di Serie A (proprio l’Atalanta che ritrova sabato). Il bello, per lui, doveva ancora arrivare…”
Proprio come Mourinho, continua il Giornale, ironicamente, Conte
“è poi un maestro di grinta dialettica. Quella capacità di trovare anche quando non c’è un nemico da aggredire nei momenti difficili, per non far parlare gli altri di cosa gli altri vorrebbero parlare (hai perso una partita incredibile che ti costerà la Champions? Attacchi il mercato fatto dal club)”.
Ma al punto G si può ricorrere anche quando vengono meno certezze consolidate. Come è stato per la chiamata di Maurizio Sarri sulla panchina della Juventus.
““giochista” d’eccellenza del momento, chiamato d’urgenza da Londra per rimuovere il “risultatista” Allegri e finora abile a vincere più col cuore (e i campioni) che con gli schemi. Perché poi quelli che contano sono i risultati e le vittorie”.
Anche a Napoli è stata compiuta una svolta simile.
“A Napoli, ADL ha rimosso una vera leggenda come Ancelotti, considerato troppo buono se non molle, per fare posto alla grinta di Gattuso. Sperando che basti per raddrizzare la china, anche se gl’inizi suggerirebbero il contrario”.
Al Milan la grinta dovrebbe importa Ibra, visto che, scrive il quotidiano,
“Pioli non passerà alla storia degli allenatori. Ma se anche fosse, di certo non sarebbe per la scossa che sa imporre alle squadre. Non si vede, non s’è mai vista”.
E poi c’è Inzaghi,
“che per trasmettere il punto G alla Lazio durante partite e allenamenti ha di fatto perso la voce (anche quando ce l’ha, non è più quella di quando giocava: e l’età non conta). Ma i gol all’ultimo minuto arrivano anche così. Anche se spesso, e non solo per la Lazio, il confine tra punto G e fattore C è davvero sottile”.