Se il Napoli è tornato a correre, vuol dire che Mazzarri ha cambiato la preparazione

Il Napoli rinasce a primavera (un po’ come il cervo di Riccardo Cocciante) scrive Mimmo Carratelli. E, a parte il fatto che il letargo è stato congruo e preoccupante, la novità non è di poco conto. Sia per quel che concerne la storia del Napoli di De Laurentiis sia, soprattutto, per la metodologia del lavoro […]

Il Napoli rinasce a primavera (un po’ come il cervo di Riccardo Cocciante) scrive Mimmo Carratelli. E, a parte il fatto che il letargo è stato congruo e preoccupante, la novità non è di poco conto. Sia per quel che concerne la storia del Napoli di De Laurentiis sia, soprattutto, per la metodologia del lavoro di Walter Mazzarri.
Tradizionalmente, sin dai tempi di Reja, la condizione atletica degli azzurri ha seguito sempre lo stesso andamento. Partenza sprint, allungo pressoché imperioso fino al mese di gennaio e quindi un declino lento ma inesorabile che ci ha sempre fatto concludere i campionati sulle gambe.
Quest’anno la musica sembra essere cambiata. Del resto, tanti rilievi si possono muovere a Mazzarri ma non quello della superficialità. E l’impressione è che il tecnico – di concerto col suo staff, ovviamente – quest’anno abbia provato a modificare la preparazione. La mia personale sensazione è che lo abbia fatto perché il Napoli aveva in testa un obiettivo e quindi Mazzarri e i suoi hanno provato ad arrivare carichi nel finale di stagione. Probabilmente, anzi certamente, qualcosa non è andato per il verso giusto. Troppe le pause e troppo lunghe, anche in considerazione delle precoci eliminazioni dalla Europa League e dalla Coppa Italia.

Ma è innegabile che la condizione fisica degli azzurri sia sensibilmente migliorata. In alcuni giocatori, come ad esempio Maggio (Potrei dire Pandev, ma lì vale la domanda opposta: che cosa gli era successo?) la differenza è fin troppo evidente. Queste ultime partite di campionato probabilmente ci aiuteranno a capire qualcosa di più sulla strategia adottata dal tecnico di San Vincenzo. Cui va riconosciuto che quest’anno, sia pure timidamente, ha cominciato finalmente a mostrare tenui segnali di duttilità: dal probabile cambio di preparazione alle modifiche tattiche a partita in corsa. Resta un punto cruciale, soprattutto alla luce delle voci su un possibile rinnovo contrattuale per altri due anni (a 3,5 milioni a stagione): la preparazione mentale alle partite clou. Sono la tenuta mentale e la capacità di affrontare i momenti decisivi alcuni dei difetti più difficili da correggere del Napoli di Mazzarri.
Massimiliano Gallo

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