A metà strada il bilancio del Napoli è positivo

La fine del girone d’andata impone un bilancio del nostro Napoli. Trentanove punti in classifica (ridotti a 37 per la penalizzazione, dieci in più dello scorso anno), frutto di dodici vittorie (secondi solo alla Juventus), tre pareggi e quattro sconfitte. Trentasette gol all’attivo (il terzo attacco del campionato), di cui quasi la metà segnati da […]

La fine del girone d’andata impone un bilancio del nostro Napoli. Trentanove punti in classifica (ridotti a 37 per la penalizzazione, dieci in più dello scorso anno), frutto di dodici vittorie (secondi solo alla Juventus), tre pareggi e quattro sconfitte. Trentasette gol all’attivo (il terzo attacco del campionato), di cui quasi la metà segnati da Cavani, e diciotto al passivo (la seconda miglior difesa della serie A dopo la formazione di Conte). Insomma, numeri più che soddisfacenti.

Quattro le sconfitte, dunque. La più bruciante probabilmente è stata quella di Torino dove ancora una volta il Napoli ha palesato i propri limiti una volta arrivato all’esame di maturità. Così come avvenuto anche a Milano contro l’Inter. Rocambolesca quella casalinga contro il Bologna. Deprimente quella di Bergamo. Tra i punti persi, va sicuramente annoverato il pareggio interno contro il Torino a causa dello sciagurato retropassaggio di Aronica. Sempre in casa ci siamo fatti rimontare due gol dal Milan. Certo abbiamo anche vinto qualche partita senza meritarlo, fa parte del gioco.

Un Napoli che talvolta ha lasciato a desiderare sul piano del gioco, ma che ancora una volta dimostra di essere una squadra solida, difficile da mettere sotto. Ovviamente il bicchiere può essere visto mezzo pieno e mezzo vuoto, a seconda degli obiettivi di inizio stagione. Francamente io sono tra coloro che speravano (e ancora un po’ sperano) nella vittoria del campionato. E sono tutto sommato soddisfatto. Mi sarei solo aspettato una diversa tenuta mentale che ci avrebbe impedito di perdere qua e là punti preziosi. Insomma mi sarei aspettato il Napoli di due anni fa, concentrato sul campionato e indomito fino all’ultimo minuto.

A mio avviso ha pesato e pesa non poco la condizione di Mazzarri. Quella fisica e anche quella contrattuale. La squadra ha vissuto una metamorfosi anche nel suo rapporto con l’allenatore e ha dovuto probabilmente metabolizzare un diverso approccio del tecnico ai match, meno fisico. Ma, da quel punto di vista, credo che il peggio sia passato.

Il Napoli di quest’anno non è bello da vedere, ma è redditizio. È la solita testuggine con in dote il giocatore più forte del campionato.
Poi c’è un altro aspetto: la condizione fisica. Non so nulla, ma a mio avviso (forse lo voglio solo sperare) è cambiata la preparazione. Nelle altre stagioni il Napoli partiva più sparato per poi giungere ad aprile praticamente spompato. Quest’anno l’avvio è stato più difficoltoso, abbiamo faticato tanto e questo mi fa ben sperare sulla condizione in primavera. Perché sarà ad aprile che si decideranno i giochi.

Poi c’è l’Europa. Il Napoli ha fatto il suo dovere. Si è qualificato. La squadra B ha però palesato troppi limiti. I titolarissimi sono pochi. Ora probabilmente se n’è aggiunto un altro, Armero, ma sempre pochi restiamo. In difesa al momento siamo contati e in attacco Vargas si è rivelato palesemente inadeguato. Per sognare servirebbero tre acquisti solidi, uno per reparto e a mio avviso non arriveranno. Anche perché è difficile che De Laurentiis spenda senza avere certezze sul prossimo allenatore. Su questo ho una mia idea, ma ce la giocheremo più avanti.

Infine, pochissime parole sui singoli. La sorpresa più bella, a mio avviso, è stato il nuovo Hamsik, un giocatore eccezionale. Subito dopo piazzo Behrami, di gran lunga superiore a Gargano, così come mi è piaciuto molto Gamberini, un giocatore solido. Troppe, invece, le pause del mio Pandev e a lungo irriconoscibile è stato Maggio. Ma la sensazione è che tutti stiano crescendo. Di Cavani qui è inutile parlare.
Massimiliano Gallo

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