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Come gioca l’Inter di Spalletti (senza Nainggolan)

L’Inter ha i pregi e i difetti dello scorso anno, il mancato impatto del centrocampista belga ha reso statico il progetto tattico di Spalletti.

Una squadra che non è cambiata

La continuità è una caratteristica importante per una squadra di calcio, soprattutto per chi ha un progetto di rinascita. Il fatto che l’Inter sia riuscita a mantenere ed integrare l’organico dello scorso anno è un sintomo di buona programmazione da parte di Suning, e di Spalletti. Solo che però i nerazzurri di questa stagione sono molto, molto simili a quelli dell’ultima edizione. Il punto è che forse sono troppo simili, i cambiamenti apportati all’organico – quelli che in estate avevano fatto individuare l’Inter come candidata anti-Juve – non hanno apportato miglioramenti sostanziali laddove occorrevano. Insomma, Spalletti ha una squadra che sa di vecchio. Con gli stessi pregi e gli stessi difetti dell’anno scorso.

La figura di Nainggolan è centrale in questa narrazione. Per un motivo semplice: il centrocampista belga avrebbe dovuto segnare il cambiamento tattico e di passo, avrebbe dovuto trasformare l’Inter in una squadra a trazione verticale, affiancandosi ad Icardi nella finalizzazione della manovra, offrendo una soluzione diversa rispetto alla palla lanciata verso il (fenomenale) centravanti argentino. Invece, niente. Al di là del caso mediatico e della sua esclusione per il match di questa sera, l’ex Roma ha impattato in maniera davvero minima per la sua esperienza a Milano. Non più di 1000 minuti giocati tra campionato e Champions, una lunga sequela di infortuni, poi le incomprensioni disciplinari. Insomma, è come se Nainggolan non fosse mai atterrato davvero sul pianeta-Inter. E allora non c’è stata la trasformazione pensata e voluta da Spalletti.

La mania del cross

L’Inter, come detto, resta una squadra con caratteristiche estremamente similari rispetto allo scorso anno. Dopotutto, i cambi nella formazione tipo hanno riguardato solo gli slot di terzino sinistro (preso da Asamoah) e di esterno destro d’attacco (Politano è subentrato a Candreva). Cambiamenti minimi, che non hanno portato a uno stravolgimento nel gioco della squadra: si cerca ancora – e sempre – la soluzione dall’esterno, l’Inter è la prima squadra in Serie A per cross tentati (29.2 per match), con un “vantaggio” enorme sulla seconda di questa particolare classifica (25.5 traversoni tentati per match).

Dal punto di vista della costruzione del gioco, tutte le manovre partono dal piede di Marcelo Brozovic. La sua trasformazione in regista illuminato è un vero capolavoro di Spalletti, per qualità e responsabilità del croato all’interno di un sistema organizzato. Solo che gli altri centrocampisti non assicurano la stessa qualità: Vecino e Gagliardini si alternano del Doble Pivote, in avanti Joao Mario e Borja Valero hanno sostituito Nainggolan; inizialmente l’idea era quella di integrare Lautaro Martinez con Icardi, ma il progetto è fallito quando alla Pinetina si sono resi conto che i due argentini erano due centravanti simili, che si pestavano i piedi l’un l’altro.

Insomma, l’Inter ha lo stesso impianto dello scorso anno, una difesa migliore nell’impostazione con la coppia De Vrij-Skriniar, ma non ha nuove idee in avanti. L’abulia che ha colpito Perisic dopo il Mondiale ha contribuito ad accentuare questa sensazione di mancata svolta offensiva. Non a caso, l’Inter è addirittura quinta – dopo Juve, Napoli, Lazio e Atalanta – per produzione offensiva, 16,7 conclusioni per match.

Il Napoli

In ogni caso, l’Inter resta comunque una squadra temibile. Si tratta di una condizione “ereditata! dall’anno scorso, ma i nerazzurri hanno comunque un’alta qualità diffusa in tutti i reparti. Anche a Torino, contro la Juventus, gli uomini di Spalletti hanno mostrato di poter giocare alla pari contro avversari di grande livello. Spalletti ha costruito un sistema che punta a controllare molto il pallone (56% di possesso medio), per poi attivare gli esterni e/o cercare il corridoio migliore per servire Icardi. 

Il Napoli dovrà fare attenzione a due aspetti fondamentali: precisione del pressing e la scappata all’indietro della difesa. È la (doppia) strada per controbilanciare le qualità dell’Inter: uscire bene sui portatori di palla evita che gli scambi dei nerazzurri tolgano ritmo al Napoli e ovviamente minimizza i rischi in fase difensiva. E poi c’è la ricerca di Icardi, un maestro nell’allungare la difesa. In questo senso, il duello con Koulibaly sarà una delle chiavi del match di stasera. Per condizione e qualità assoluta,  è praticamente il meglio del meglio che c’è in Serie A, al netto della Juventus. È la definizione di Inter-Napoli che si proietta su un duello in campo, con la squadra di Ancelotti che in questo momento sembra sensibilmente più avanti rispetto agli avversari.

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