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Qualsiasi Italia purché vinca con l’Irlanda

Oh bella Italia, di biscotti ostello, diamoci da fare questa sera a Poznan contro l’Irlanda, senza pensare a Spagna-Croazia, senza retropensieri, senza paura di combine e soprattutto senza paura in campo. C’è il Trap sulla panchina irlandese, ma gli anni passano e l’acqua santa non funziona più. L’Eire è più morbido dell’Irlanda del nord che ci ha fatto spesso penare. Nel ranking europeo l’Irlanda gentile occupa il 33° posto, è lontana, ed è già fuori dall’Europeo. Non ci sono partite facili, ma, se non è facile questo match di stasera, quale altra partita sarà mai facile? L’Irlanda è arrivata fin qui battendo nelle qualificazioni la Macedonia di Pandev, l’Armenia e Andorra. Non facciamo gli schizzinosi. L’Italia ha fatto fuori Slovenia, Estonia e Isole Far Oer (va be’, anche Serbia e Irlanda del nord).

Vogliamo forse spaventarci per il 2-0 che gli irlandesi ci hanno rifilato un anno fa (7 giugno, amichevole a Liegi)? Di quella squadra (Viviano, Cassani, Gamberini, Palombo, Pazzini, Rossi, Matri, Gilardino) sopravvivono Chiellini, Nocerino, Giovinco, Pirlo, Marchisio, Montolivo. Fu solo un inciampo mentre Prandelli provava e riprovava a rifondare la nazionale dopo il fiasco dei Mondiali in Sudafrica. Segnarono Andrews e Cox, due del West Bromwich, che ci sono ancora. Se questi sono gli spauracchi allora battiamoci la fronte e andiamo a Lourdes. L’altro ieri, la Grecia ha fatto la sorpresona eliminando la Russia. Dobbiamo pensare anche alle sorpresone irlandesi? Saremmo già alla frutta.

Se non sei capace di tirar fuori il bel gioco, cara Italia, tira almeno in porta. Il vecchio Given (36 anni), che gioca in Inghilterra nell’Aston Villa, è uno che i gol se li fa da solo (buffa autorete contro il croato Mandzukic). L’animo buono di Trapattoni lo ha giudicato uno dei migliori portieri al mondo, paragonabile a Buffon. Given è alla partita d’addio dopo 120 presenze nella nazionale irlandese, un record. Incassa quasi un gol a partita. Lo sanno gli attaccanti italiani? Non ci sarà Balotelli (leggero infortunio al ginocchio operato), ci sarà Di Natale. Forse Prandelli si è stancato di aspettare SuperMario come Bearzot aspettò invece Paolo Rossi al Mondiale in Spagna, vinto con i gol di Pablito che si riscattò nella fase decisiva.

Sono cinque partite che non vinciamo. Non contano le tre amichevoli perse una dietro l’altra? Non contano. Ma qui, agli Europei, la miseria di due gol (uno su punizione) e i due pareggi con Spagna e Croazia ci hanno lasciato a secco. Non sappiamo più segnare? Non sappiamo più vincere? Stasera si può e si deve.

Neanche la vogliamo sapere la formazione di Prandelli. Neanche vogliamo sapere che De Rossi lascia la difesa per il centrocampo. Non vogliamo sapere chi sono i nuovi esterni, più freschi e pimpanti, e quanto durerà la partita di Cassano, e perché si torna al 4-3-1-2 (con Thiago Motta trequartista? mah!). Qualunque sia la formazione (Abate e Balzaretti esterni, Barzagli per Bonucci, Di Natale per Balotelli), non ci sono più alibi, stanchezza, moduli tattici, malinconie e trallallà. Non saremo ai primi posti delle classifiche mondiali ed europee, ma qualcosa ancora ci sarà di buono nel calcio italiano e in questa nazionale. L’Irlanda è alla seconda apparizione nella fase finale del Campionato europeo, la prima nel 1988. Nelle altre dodici occasioni non c’è mai arrivata. Non è che l’Italia, dopo la vittoria del 1968, abbia poi fatto grandi cose agli Europei. Ma, insomma, con gli irlandesi la differenza c’è e si vedrà.

Chi deve temere la difesa azzurra? Il terzino StLedger, che ha segnato sinora l’unico gol irlandese, o il vecchio Robbie Keane, 31 anni, un ex malandrino del gol che è andato a giocare nei Galaxy di Los Angeles? Andrews e Cox che ci segnarono in amichevole un anno fa, a Liegi, e perdemmo di brutto? Gli esterni greci Duff e McGeady che pompano avanti e indietro, ma pare restino in vita non più di mezz’ora? Suvvia, siamo seri. Di Natale ha il gol in canna, Cassano regalerà finalmente una delizia decisiva, Pirlo avrà qualche punizione per incidere, di conserva avremo Giovinco dalla balistica eccezionale. Si possono anche fare i tre gol “richiesti” dai complicati calcoli della qualificazione ai quarti ove ce ne fosse bisogno e senza fare neanche gli scongiuri.

Animo e coraggio, senza tentennamenti. Prendere in pugno il match sin dalle battute iniziali. Attenti in difesa, rapidi a centrocampo e un po’ di verve all’attacco. I quarti di finale non sono un grande traguardo, ma fallirli sarebbe un fiasco totale. L’Italia non se lo può permettere. Bisogna dimenticare gli scandali, il campionato mediocre, la preparazione ridotta per questi Europei, qualche buon giocatore lasciato a casa. La vittoria non ci innalzerà al settimo cielo, ma ci porterà tra le migliori otto. Quanto migliori siamo lo diranno le partite a eliminazione diretta, probabilmente già la Francia che potremmo incontrare domenica 24 a Kiev nei quarti di finale.

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