Alzi la mano chi a settembre avrebbe firmato per un quinto posto in campionato

Il campionato è finito, la stagione ancora no. Ma secondo me un primo bilancio si può già stilare. Siamo arrivati quinti a 61 punti, nove in meno rispetto allo scorso anno e a 23 lunghezze dalla Juventus campione d’Italia. Staccati di tre punti dall’Udinese che è arrivata terza e si giocherà i preliminari di Champions. […]

Il campionato è finito, la stagione ancora no. Ma secondo me un primo bilancio si può già stilare. Siamo arrivati quinti a 61 punti, nove in meno rispetto allo scorso anno e a 23 lunghezze dalla Juventus campione d’Italia. Staccati di tre punti dall’Udinese che è arrivata terza e si giocherà i preliminari di Champions. 66 i gol fatti (terzo attacco del campionato), 46 le reti subite (nona difesa della serie A).Nove le partite perdute, sedici quelle vinte, tredici i pareggi. Alzi la mano chi avrebbe firmato all’inizio dell’anno per un quinto posto. Scommetto che sono tutte basse.
Diciamoci la verità, il campionato azzurro è stata una delusione. Dopo le illusioni dello scorso anno, in tanti avevamo cullato sogni di scudetto. E quindi, dopo un inizio promettente, con gli schiaffoni rifilati alle milanesi, il trend del nostro campionato si è attestato su un livello decente ma senza gli attesi picchi. Tanti, tantissimi, i punti persi con le piccole. In casa e fuori. Tante le sconfitte che hanno lasciato l’amaro in bocca. E così, mentre in Europa il Napoli dava vita a una cavalcata memorabile con la storica qualificazione agli ottavi di Champions, e giocando partite mozzafiato, in campionato non abbiamo più battuto nessuna grande, fatta eccezione per l’Udinese al San Paolo (ammesso che sia una grande).
Partite memorabili non ne ricordo. Sì, la vittoria a Firenze. Ma definirla memorabile è eccessivo. Con la Juventus giocammo molto bene, ma finì 3-3 per sciagurati errori difensivi: il vero tallone d’achille del Napoli di quest’anno. Complice, probabilmente, un centrocampo non all’altezza della situazione (anche numericamente, come rosa), con un Gargano più che soddisfacente e un Inler a lungo oggetto misterioso.  Davanti, Cavani, pur non giocando una stagione eccezionale come quella precedente, si è confermato cannoniere di razza segnando 23 reti. Dietro di lui, staccati, fermi a quota 9, Lavezzi e Hamsik. Non so dire chi sia stato il migliore degli azzurri in campionato. Forse Maggio. Ma ciascuno ha le sue idee.
Certo, un anno dopo usciamo dalla Champions. E non è un bel risultato. È certamente un ridimensionamento. Sarebbe bastata qualche distrazione in meno e invece adesso ci ritroviamo in Europa ancora una volta dalla porta secondaria. Però, a prescindere da domenica, resta una stagione ufficialmente positiva, tecnicamente positiva, cerebralmente positiva. Soprattutto perché la priorità della società è stata la Champions. Siamo arrivati quinti, siamo ormai una certezza del calcio italiano. E domenica ci batteremo per la Coppa Italia. Certo il cuore è un’altra cosa. E cardiologicamente è stata una stagione anonima in campionato. Ma esaltante in Europa. Non si può avere tutto dalla vita.
Massimiliano Gallo

p.s. A proposito, non so che dire dell’argomento che va per la maggiore. Vado allo stadio ormai da 35 anni e ne ho sentiti di fischi. Mai vista tanta indignazione postuma che a me suona così ridicola. Eppure, se non ricordo male, fischiarono persino un certo Musella…

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