Senza Maggio è saltato il modulo del Napoli

E’ opportuno sdrammatizzare come ha fatto De Laurentiis incontrando la squadra delle tre sconfitte consecutive e della vittoria che in campionato manca da cinque turni. Si sono guardati negli occhi. In mancanza di occhi di tigre, occhi dolci. Sarebbe stato controproducente qualsiasi intervento “duro” su un gruppo che, dopo avere dato molto, moltissimo, non ha […]

E’ opportuno sdrammatizzare come ha fatto De Laurentiis incontrando la squadra delle tre sconfitte consecutive e della vittoria che in campionato manca da cinque turni. Si sono guardati negli occhi. In mancanza di occhi di tigre, occhi dolci. Sarebbe stato controproducente qualsiasi intervento “duro” su un gruppo che, dopo avere dato molto, moltissimo, non ha più energie e neanche motivazioni. Il terzo posto, possibile obiettivo stagionale, c’è e non c’è nella testa dei giocatori, o c’è solo a parole, e anche Mazzarri dice di non averne mai “parlato”, però al presidente sarebbe piaciuto dopo la prima esaltante avventura in Champions.

Il punto è un altro dal momento che anche De Laurentiis ha detto che ormai la Champions, pur con le energie che ha assorbito, non può essere più un alibi per la squadra. Il punto è che è andato in crisi un modulo di gioco, reso più evidente dalla indisponibilità di Maggio, in secondo ordine di Zuniga e, nelle ultime gare, dalla stanchezza di Gargano che ha corso sempre come nessun altro.

Un modulo non può dipendere da un solo giocatore, o da due, e il gioco del Napoli sulle fasce non può “sparire” se non ci sono i due esterni titolari. Considerando anche il rendimento mai efficace di Dossena, si deve concludere che, nell’ultima campagna-acquisti, è stata ignorata l’esigenza del modulo tattico di Mazzarri di avere, sugli esterni di centrocampo, due coppie per lato per una efficace alternanza.

Ma, forse, il problema è un altro. Se il Napoli non può rinunciare ai tre tenori (e non ne sopporta un quarto, sbilanciato in avanti, pur mascherando Hamsik da mediano), allora pare necessario che, con Hamsik restituito alla sua posizione più incisiva alle spalle di Lavezzi e Cavani, vanno ripensati centrocampo e difesa. La soluzione auspicata da molti è un 4-3-1-2 con la difesa meglio protetta sui lati e un centrocampo in cui, però, Inler da centrale (la sua posizione migliore) sia affiancato da due “mastini” più attenti a proteggere la difesa che a spingersi in avanti.

Crediamo sia questo il problema dell’anno prossimo visto che, al momento, il Napoli non ha nella “rosa” i giocatori adatti a un nuovo modulo di gioco. Per questo, forse, Mazzarri non cambia. Il Napoli, infatti, non ha due difensori laterali capaci di difendere e attaccare. Quelli che ha denunciano limiti tecnici notevoli. E non ha i due “mastini” di centrocampo se si esclude Gargano da “bloccare” però nella metà campo azzurra. Solo una squadra solida e bene organizzata può reggere i tre tenori liberi di inventare e segnare. Sulle fasce, la sola disponibilità di Maggio (perfetto nel ruolo di instancabile stantuffo) condiziona eccessivamente il modulo di Mazzarri. Inventare Dzemaili esterno di centrocampo è un errore dovuto alla scarsità della “rosa”. Zuniga stesso è un ripiego che a volte funziona, e spesso non funziona, tenendo presente le caratteristiche di Maggio assolutamente uniche.

S’è parlato, nell’estate scorsa, di Vucinic (per chi?), Vidal (invece di Inler?) e Criscito (per Aronica), i tre acquisti mancati. Il potenziale tecnico del Napoli si sarebbe accresciuto, ma riesce difficile immaginarli in una squadra in cui, con i tre tenori punti fermi, ci sarebbe bisogno di inserire giocatori di caratteristiche diverse, di più solido affidamento difensivo.

La discussione è aperta in prospettiva futura. E’ facile individuare le lacune del Napoli in diversi ruoli, ma bisogna fare i nomi dei giocatori che servirebbero, senza volare alto ma di sostanza. Intanto, qual è il destino di Vargas? Sembra un talento sprecato se deve essere impiegato partendo dalla panchina (a meno che Lavezzi non se ne vada nella steppa, come dice De Laurentiis, lasciando Marechiaro).

Mimmo Carratelli

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