Juan Jesus: «Conte o mi fa smettere o mi allunga la carriera. Ci insegna a lavorare duro ed essere professionisti seri e persone perbene»
In conferenza: «L'età è solo un numero, voglio giocare fino a 40 anni.Il mister mi dice sempre che parte tutto dalla testa e se pensi che ce la fai, ce la fai davvero»

Mg Napoli 23/05/2025 - campionato di calcio serie A / Napoli-Cagliari / foto Matteo Gribaudi/Image Sport nella foto: Juan Jesus
Il difensore del Napoli, Juan Jesus, ha parlato in in conferenza stampa da Riyadh, al termine di Napoli-Bologna di Supercoppa italiana.
La conferenza di Juan Jesus
«Ho 34 anni, è bello vivere due scudetti e una Supercoppa. Il tempo passa, non c’è una seconda volta. Il tempo passa e tutti dicono riserva o titolare, credo ad un gruppo che è a disposizione del mister. Lo dimostriamo tutti, non parlo dei singoli perché non gioco a tennis! Sono felice di aver fatto due grandi partite, ma ora pensiamo al fatto che il 28 c’è già una partita importante.
Non c’è un Napoli di alti e bassi, stiamo facendo bene, sono arrivato 5 anni fa. Non è un rinascere, io ho dimostrato ovunque ho giocato che persona sono e che giocatore sono. Ho avuto problemi con un solo allenatore, ma con Di Francesco, Spalletti, ho sempre giocato. Mazzarri, Calzona, Garcia e ora con Conte: o mi fa smettere o mi allunga la carriera. Io ora voglio giocare fino a 40 anni. L’età è solo un numero, sto bene fisicamente e posso reggere qualsiasi partita. Dimostrerò sempre più il mio valore.
Credo nel lavoro. Se lavori bene, si vede in partita. Credo tanto al lavoro mentale, il mister mi dice sempre che parte tutto dalla testa e se pensi che ce la fai, ce la fai davvero. Io cerco sempre di aiutare i miei compagni, ho giocato con tantissimi calciatori. E quello che ho vissuto, mi serve ad aiutare i giovani come Vergara, Marianucci, Lucca. La vita va veloce, il calcio anche di più. Forza fisica? Sì quello sì, poi tutto quello che ci metti dipende dal lavoro. Col lavoro arrivano i risultati».
Riad?
«È stata una bellissima esperienza, per me è la seconda volta che torno qua. È una bellissima esperienza poter vincere qua, è importante ed è sempre un trofeo. La Lega ha fatto un bel lavoro!»
Conte?
«Il mister è uno che ci dà tanto, non perché è di fianco a me. È un martello, ha l’ossessione per la vittoria e ci insegna a lavorare duro ed essere professionisti seri e persone perbene. Una persona che dà tanto per noi, anche umanamente. Veramente grazie».










