Il grido di dolore degli ultras dell’Anderlecht: «Ci stiamo avviando a un calcio senza tifosi in trasferta»
«Le istituzioni fanno di tutta l’erba un fascio e ci considerano hooligan. Non è così. Ormai i tifosi hanno paura di andare in trasferta, siamo trattati sempre peggio tra polizia, attese e controlli. (Le Derniere Heure)

Standard's supporters light flares and cheer during a Belgian Pro League first division football match between Standard de Liege and RFC Anderlecht, in Liege on March 2, 2025. (Photo by BRUNO FAHY / Belga / AFP) / Belgium OUT
La Mauves Army dell’Anderlecht sul piede di guerra, ma guai a pensare agli hooligan. È semplicemente che la passione della squadra belga è talmente forte che mette in crisi stadi, strutture e polizie del Belgio. Un po’ come quando il Napoli si muoveva in serie C e l’allora direttore generale Pierpaolo Marino parlava di una balena in un acquario. I tifosi dell’Anderlecht hanno così contattato i giornalisti di Le dernier heure. Per lanciare il grido d’allarme: ci avviamo ad un calcio senza tifosi in trasferta.
I tifosi dell’Anderlecht vogliono salvare la cultura del tifo in trasferta
Questo fine settimana sono rimasti tutti in silenzio per 12 minuti per manifestare il loro disappunto rispetto al trattamento riservato ai tifosi ospiti. Un silenzio “pensante”. Numerosi striscioni – «È questo il calcio che volete?» – sono stati esposti nelle ultime settimane. Per salvare la cultura del tifo in trasferta.
L’immagine che i tifosi di calcio trasmettono è per loro un problema. «Siamo visti come una spina nel fianco del calcio… Non si dà abbastanza importanza a ciò che i tifosi apportano al calcio. I Clasici senza tifosi (in Belgio il Clasico è Anderlecht-Standard Liegi) erano tristi. Ma questo nessuno osa dirlo. Eppure entrambi i club sono d’accordo. Sapete dove ci sono meno grattacapi per i tifosi dell’Anderlecht? Allo Standard! L’unico fastidio è la scorta da Crisnée. Per il resto, tutto fila liscio».
«Non ci capiamo nulla. Non sappiamo mai come verremo accolti. Tutti i tifosi si spostano con paura. Hanno paura. Tutti i comportamenti di chi ci ospita sono condizionati dall’idea che in trasferta vadano solo i tifosi fanatici. E così le istituzioni fanno di tutta l’erba un fascio e ci considerano hooligan. Un aneddoto dice molto. Avevamo, in collaborazione con due altri responsabili ultras di altri club, un incontro con il ministero dell’Interno. Avevano previsto un dispositivo speciale per noi perché degli informatori li avevano messi in allarme. Eravamo tre ragazzi venuti a discutere. Pensano che siamo dei pazzi, quando invece siamo persone normali».
«A volte la polizia ci blocca in un parcheggio autostradale vicino allo stadio e ci fa arrivare quando la partita è già iniziata. Oppure c’è un solo tornello aperto allo stadio, e l’ingresso diventa molto più lento con i controlli. Molti tifosi perdono l’inizio della gara. E a volte, dopo la partita, la polizia fa aspettare gli autobus un’ora nel parcheggio dello stadio prima di poter ripartire».
«L’Anderlecht può portare tra 1.300 e 1.400 tifosi a ogni partita. Prima avevamo 2.800 posti a La Louvière al Tivoli, 4.200 a Charleroi quando c’era l’anello superiore. A Gand, oltre 2.000 posti nel vecchio stadio. Tutti gli stadi sono scesi sotto i 1.000».
« Nella loro testa, non avere tifosi ospiti significa evitare molti problemi. Pensano così perché considerano sempre necessario un dispositivo di polizia XXL per gestirci. Il che costa molto.
Ma a parte un lancio isolato di un bicchiere allo Standard e il derby del Limburgo che è degenerato, ci sono stati molti episodi di violenza questa stagione? Quando si ascoltano club e politici, sembra che tutto sia più violento di prima. Un tempo ci si picchiava ogni settimana. Oggi è di gran lunga gestito meglio. Anche grazie al lavoro che gli ultras fanno internamente e in collaborazione con i club. I vertici sono scollegati dalla realtà dei tifosi». I settori ospiti sono uno strumento di sicurezza: sai dove sono i tifosi, chi sono e come gestirli. In strada non è la stessa cosa». Il problema è strutturale. Gli stadi belgi non sono evoluti. Nemmeno le loro tribune. «A parte Gand, nessuno stadio importante è stato costruito dopo Euro 2000.
I membri della Mauves Army tracciano un quadro senza appello mentre i boicottaggi si susseguono: «Ci stiamo avvicinando a un calcio senza tifosi in trasferta».











