Fabio Cannavaro: «Essere stato il capitano azzurro e il Pallone d’oro mi va vedere come ex giocatore e non come un allenatore»

«Gattuso? Spero che porti l'Italia ai Mondiali, anche perché avranno un girone di gelatina»

Cannavaro Napoli garcia

Db Milano 12/04/2023 - Champions League / Milan-Napoli / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Fabio Cannavaro

Fabio Cannavaro da ct dell’Uzbekistan qualificato ai Mondiali ha parlato a Sky Sport della situazione della Serie A: «Il nostro campionato dal punto di vista tattico risulta complicato. Le prime quattro sono squadre che hanno caratteristiche ben precise. Inter e Napoli sono superiori, però poi c’è il campo e gli infortuni e il Milan è avvantaggiato. Questi campionati così sono più divertenti».

«La Serie A resta la più interessante da guardare, per capire tanto. Oggi si esaspera nella tattica perché si cerca la soluzione uomo a uomo a tutto campo, siamo passati dal gioco di Sarri a quello di Gasperini, che ammiro. Ci sono però anche tante cose negative: vediamo pochi giovani e pochi italiani, e questo si rispecchia sulla nazionale». Ultimo passaggio sulla lotta scudetto e sulla Supercoppa: «L’Inter – conclude – resta ancora un passo avanti, il Napoli si è avvicinato tanto ma se è al completo. La Supercoppa? Le partite aumentano, a me piaceva secca, con queste formule non c’è la favorita».

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Sulla scelta di Gattuso alla guida dell’Italia Fabio Cannavaro ha detto

«La scelta di Rino la condivido perché non è solo forza e grinta, ma è un allenatore che in questi anni ha fatto tanta esperienza, che studia e che conosce i giocatori. Non sono stato chiamato però continuo a lavorare e studiare perché so che il mio passato è stato un passato importante e vedremo e ci sarà una possibilità».

Un mondiale senza l’Italia?

«Pensare a un altro mondiale senza l’italia sarebbe un dramma, mi auguro che Rino riesca a portarla. Saranno due partite dure e dobbiamo restare concentrati perché dopo ci aspetta un girone di gelatina»

Sulla sua Nazionale invece aveva detto «È l’esordio per la nazionale uzbeka  ma sarà importante in particolare per preparare la Coppa d’Asia del 2027. Sulle panchine io lavoro, non mollo, continuo a andare fare il giro per il mondo, perché mi piace davvero fare l’allenatore. Lo faccio già da 10 anni anche se spesso mi vedono ancora come un ex giocatore. Essere stato il capitano azzurro, il Pallone d’oro mi fa vedere sempre come ex giocatore e non come un allenatore e così mi sono dovuto buttare sempre nel fuoco, dal Benevento alla Dinamo Zagabria, all’Udinese».

 

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