Carnevali: «Frattesi e Raspadori sono due giocatori che amo, li prenderei sempre in qualunque squadra»

A Tuttosport: «Beato chi prenderà De Zerbi, mi meraviglia che nessuno in Italia lo abbia chiamato. La Juve? Non conosco Comolli, volevo Chiellini al Sassuolo. Gravina non è il problema del nostro calcio»

carnevali Sassuolo

Mg Parma 02/08/2023 - amichevole / Parma-Sassuolo / foto Matteo Gribaudi/Image Sport nella foto: Giovanni Carnevali

Il d.s. del Sassuolo Carnevali ha rilasciato una lunga intervista sulle colonne di Tuttosport di cui di seguito riportiamo un estratto.

Carnevali: «Non capisco perché nessuno in Italia pensi a De Zerbi»

L’anno trascorso in Serie B è stato salutare per il vostro progetto? Dopo 11 anni consecutivi di Serie A, l’impressione è che ormai lavoraste col pilota automatico…
«Eravamo finiti in una bolla. Non avevamo una squadra da retrocessione, ma dentro quella bolla non riuscivamo a venirne fuori, nemmeno con la scelta di Ballardini. Ma dal giorno in cui siamo fi niti in B siamo usciti da quella bolla: abbiamo scelto Grosso e poi i giocatori da trattenere, senza doverci ridimensionare. Abbiamo riscoperto il calcio del territorio, non so se ci abbia fatto bene o male».

A proposito di allenatore: quanto è bravo Grosso in una scala da 1 a De Zerbi?
«Grosso è un allenatore da grande squadra, ha personalità simile a De Zerbi. Entrambi vogliono fare qualcosa di diverso nel calcio e stimolano anche le società a crescere».

Ha già in mente un momento ideale per lasciarlo andare?
«Dipende anche dalle chiamate che arriveranno per Grosso, noi cerchiamo di valorizzare le persone da sempre. Nessuno mi ha ancora chiesto di lui, ma a chi lo dovesse fare direi che è da grande club. Senza mentire».

Davide Frattesi e Giacomo Raspadori, due delle cessioni più ricche della storia del Sassuolo, potrebbero cambiare maglia già a gennaio.
«Frattesi e Raspadori sono due giocatori che amo, se fossi in un grande club li prenderei sempre. Frattesi è richiesto dalla Juve e può giocare in qualsiasi squadra, anche per le caratteristiche che ha. La Juve lo voleva quando è andato all’Inter, così come il Napoli. L’Inter è stata solo più determinata e ha fatto la diff erenza la volontà del ragazzo».

E la Roma punta su Raspadori. Completerebbe l’attacco di Gasperini?
«Lo prenderei, senza dubbio. Non so solo quanto l’Atletico Madrid sia disposto a lasciarlo andare facilmente. Non penso sia così semplice».

Si è chiesto il perché Frattesi non sia riuscito ad imporsi all’Inter?
«All’Inter ci sono tanti campioni, ma penso che Frattesi abbia sempre fatto bene. Se lui gioca, può emergere. Se viene qui al Sassuolo noi lo riprendiamo subito (ride, ndr)».

Ritenterete lo stesso iter per partecipare alla Serie C con un ipotetico Sassuolo B?
«Ci riproveremo, purché non si vada troppo per le lunghe. Ma il tema è più ampio: poche realtà in Italia investono sul settore giovanile. In pochi ci credono. Io piuttosto rinuncio a qualcosa per la prima squadra pur di dare più budget al vivaio. E poi le strutture. In Italia, però, manca meritocrazia: club come il nostro andrebbero premiati o incentivati per i giovani che riescono a valorizzare anno dopo anno».

Nei fatti cosa bisogna cambiare per aiutare club simili al vostro?
«Anche le nuove normative non ci aiutano: non è possibile che un ragazzo che entra nella scuola calcio a 6 anni poi a 14 se ne possa andare in un altro club senza che chi perde il giocatore non riceva un indennizzo. In alcuni casi sono normative europee. Si fa poco per migliorare il prodotto. Noi dirigenti dobbiamo avere una visione più globale. Non possiamo più pensare al nostro orticello. Senza questo approccio, resterà tutto fermo».

L’eventuale mancato approdo al Mondiale ritiene che debba spingere Gravina a fare un passo indietro?
«Non penso che Gravina sia il problema del nostro calcio. Per me non è un tema legato ai vertici, ora non ci dobbiamo nemmeno pensare. Ora dobbiamo andare al Mondiale, punto. Abbiamo vinto gli Europei anche grazie ad un giocatore del Sassuolo».

Già, Domenico Berardi. Cosa rappresenta per lei?
«Domenico è tutto. È un simbolo, un campione, una bandiera. Dobbiamo solo dirgli grazie. Qui sta bene, proprio come me: sono 13 anni che sono al Sassuolo, ma questa è la mia grande società. Non ho bisogno di una big, qui ho già tutto. Ce lo teniamo stretto, anche in Serie B è stato determinante».

Come ha fatto a trattenerlo nel momento in cui si era deciso ad andare?
«La Juve due anni fa ci ha provato, lui ci sarebbe andato. Ma la Juve non diede il valore giusto al giocatore, per cui è stato semplice trattenerlo».

A proposito di Juve, ha già avuto modo di conoscere la nuova dirigenza?
«No, non ho mai avuto il piacere di conoscere Comolli. Non l’ho visto e nemmeno ci ho parlato al telefono».

Qual è il suo interlocutore alla Juve?
«Conosco il presidente Ferrero e ho un bel rapporto con Chiellini. Lui si ricorda sempre che una volta dissi, proprio a Tuttosport, che l’avrei voluto al Sassuolo. Giorgio potrà diventare un grande dirigente, ha tanta voglia di imparare. Per il momento, quando devo confrontarmi con la Juve, parlo con lui».

Qual è la squadra che più l’ha sorpresa nel 2025?
«Il Napoli. Chi vince ha sempre ragione. Mi sono piaciuti De Laurentiis e Conte».

E i giocatori?
«Nico Paz mi ha colpito. E ne aggiungo un altro: McTominay».

Con De Zerbi in panchina, magari…
«Sono davvero meravigliato del fatto che in Italia nessuno abbia pensato a lui quest’estate. Beato chi lo prenderà, prima o poi».

 

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