Capello: «Conte? Quando giochi le coppe devi prenderti dei rischi senza avere paura di osare»
Alla Gazzetta: «Forse non riesce a trasmettere ai giocatori serenità e forza come in campionato. Il Copenaghen (prossimo avversario) è da prendere con le molle»

Fabio Capello, intervistato dalla Gazzetta dello Sport, analizza le difficoltà delle squadre italiane nel reggere il doppio impegno tra campionato e Champions League.
Le parole di Capello
Capello, perché le italiane stanno mostrando tutte queste difficoltà nel giocare ogni tre giorni?
«Se guardiamo all’ultima giornata, l’Atalanta contro il Chelsea è stata l’unica che è riuscita a giocare alla pari con l’avversario, per tutti i 90′, in quanto a dinamismo, intensità e attenzione. L’Inter, pur meritando il pareggio, col Liverpool ha sofferto a livello di aggressività, mentre il Napoli a Lisbona ha pagato i troppi infortuni. Inoltre, forse le altre squadre hanno organici più profondi ed equilibrati dei nostri. Infine, soprattutto le formazioni di Premier fanno meno fatica a recuperare dal doppio impegno: sono allenate ad andare sempre a un ritmo molto alto, quindi quando giocano con un andamento leggermente più basso già sono pari al nostro limite».
Non sarebbe il caso di scegliere tra campionato e Champions?
«No, assolutamente, vanno giocate entrambe al massimo: la Serie A è un percorso lungo, mentre la coppa è una corsa a premi costante. E ha pure un peso economico importante per la società».
In questa altalena di risultati non crede che incida anche la formula della Champions? Con i playoff allargati c’è sempre una possibilità di recuperare…
«Penso di no: il problema mentale esiste solo quando pensi di giocare, come ha fatto la Juve, convinto che un gol a una squadra di Cipro alla fine lo farai. E questa è la cosa più difficile per un allenatore: stimolare i calciatori ad affrontare ogni partita come fosse un big match. L’Atalanta, per esempio, dopo due belle gare, ha affrontato il Verona con superficialità e ha preso tre gol».
In Champions, però, la Dea è la migliore delle italiane…
«È vero, in Europa si esalta perché ha questo modo di giocare al quale noi forse adesso in Italia siamo un po’ abituati, ma che alle squadre straniere dà fastidio. Credo che possa arrivare tra le prime otto, perché ha la mentalità da coppa: giocare in Champions le viene quasi facile».
Il Napoli rischia pure i playoff?
«Il Copenaghen (prossimo avversario, ndr) è da prendere con le molle, ma Conte ha una squadra di qualità e deve solo recuperare gli infortunati. È per questo che al Da Luz il Napoli avrebbe dovuto fare di tutto per vincere e ipotecare gli spareggi, considerato che il prossimo turno si giocherà a gennaio, quando avrà più soluzioni».
A proposito di Conte, perché fatica così tanto in Europa?
«Forse non riesce a trasmettere ai giocatori serenità e forza come in campionato. Quando giochi nelle coppe devi prenderti dei rischi senza avere paura di osare».
L’Inter eviterà i playoff?
«Io credo tanto alla squadra di Chivu: mi dà fiducia. Nelle ultime due partite di Champions è stata sfortunata».
Per la Juve i playoff sembrano vicini, ma non convince…
«Contro il Benfica a gennaio, visto come difendono le squadre di Mourinho e le difficoltà di quella di Spalletti a realizzare, sarà una bella sfida. Ma soprattutto, come ho detto mercoledì sera a Luciano, hanno tante difficoltà a difendere ed era successo anche a Napoli. Da qui a gennaio, comunque, ci sarà tempo per lavorarci».











