Senza De Bruyne, si è spenta la luce. Altro che forma fisica e infortuni (Repubblica)
Hojlund l'ultimo ad arrendersi, suo malgrado è il simbolo della sterilità offensiva dei campioni d’Italia, quasi mai pericolosi durante i 90 minuti a Bologna

As Napoli 05/10/2025 - campionato di calcio serie A / Napoli-Genoa / foto Antonello Sammarco/Image Sport nella foto: Kevin de Bruyne
Senza De Bruyne, si è spenta la luce. Altro che forma fisica e infortuni (Repubblica)
Repubblica, con Marco Azzi, scrive che dopo l’infortunio di De Bruyne si è spenta la luce del Napoli. L’ottima prestazione contro l’Inter – nel match in cui il belga si infortunò – e poi la vittoria a Lecce per 1-0, i due pareggi contro Como e Eintracht e la sconfitta di ieri a Bologna.
Scrive Repubblica Napoli:
Senza gol non si cantano messe. Il Napoli non sa più segnare ed è rimasto a secco per la terza gara consecutiva ieri pomeriggio a Bologna, mettendosi così nelle condizioni di pagare a carissimo prezzo la prima sbavatura difensiva, che prima o poi poteva capitare.
Tempo sprecato a disquisire sulla condizione fisica e sugli infortuni, quando il problema vero più grave del Napoli è un altro: perso De Bruyne si è spenta la luce, come si è visto di nuovo ieri pomeriggio allo stadio Dall’Ara.
Persa anche la vetta e tante riflessioni da fare durante la sosta del campionato. Tra gli ultimi ad alzare bandiera bianca Rasmus Hojlund ed è un paradosso, visto che proprio il bomber danese è suo malgrado il simbolo della sterilità offensiva dei campioni d’Italia, quasi mai pericolosi durante i 90’.
Cassano: «Senza De Bruyne, Hojlund non combina più nulla, è diventato un mezzo giocatore»
Antonio Cassano, ex calciatore, è intervenuto a Viva el Fútbol commentando le recenti prestazioni del Napoli, a partire da quella contro l’Eintracht Francoforte:
«Il Napoli meritava di vincere contro l’Eintracht Francoforte, ha disputato una partita seria. Hojlund? Dopo l’infortunio non è più lo stesso, ma deve reagire, perché chi sta in panchina non dà garanzie, è mezzo giocatore».
«Ai tanti incompetenti voglio dire che stranamente, da quando Hojlund è rientrato e non gioca con De Bruyne, non fa. Abbiamo una sola superstar, diciamo insieme a Modric, in Italia. E qualche cogl**ne cosa dice? Che è un problema… Ma cambiate mestiere! Lasciate stare il calcio, lasciatelo a chi ne capisce invece di rubare lo stipendio».
Quando Hojlund segnava gol a grappoli, appena un mese fa (Gazzetta)
C’è stato un tempo in cui Rasmus Hojlund viaggiava alla velocità di un certo Erling Braut Haaland. Un mese fa, mica una vita. Erano i giorni caldi di Champions e qualificazioni mondiali e ottobre sembrava poter essere il mese della svolta per l’attaccante danese da poco sbarcato a Napoli. Maradona in visibilio dopo la doppietta ammazza Sporting in Champions League e quel graffio sotto porta a ribaltare il Genoa e a riscrivere la storia di una partita che sembrava stregata. Poi il doppio impegno con la sua Danimarca, la doppietta e l’assist contro la Bielorussia seguiti da un altro gol contro la Grecia. Sei gemme in dodici giorni.Non ha fatto però i conti con un fastidio muscolare che si era portato dietro dalla trasferta internazionale. Fastidio che è diventato in fretta un affaticamento. Che a Napoli ha fatto poi rima con “guaio”. Già, perché senza Hojlund la macchina offensiva azzurra è sembrata da subito arrugginita. E dopo l’infortunio accusato da Kevin De Bruyne contro l’Inter, s’è spenta la luce offensiva dei campioni d’Italia.











