Neymar, la caduta in disgrazia del calciatore-merce: come si è ridotto uno dei più forti della sua epoca (Guardian)

Sovrappeso o immerso nella sua inutile quotidianità, come lo mostra Netflix. Ormai spopola solo nelle pubblicità, il Mondiale è lontano. Si è buttato via come nessun altro

neymar

Doha (Qatar) 05/12/2022 - Mondiali di calcio Qatar 2022 / Brasile-Corea del Sud / foto Imago/Image Sport nella foto: esultanza gol Neymar ONLY ITALY

Neymar, talento puro e fenomeno globale, oggi appare solo un’ombra del suo passato.

“Qual è la tua pubblicità preferita di Neymar?”, si chiede il Guardian.

“È una domanda difficile a cui rispondere. Il suo repertorio è enorme e variegato. Forse quella del deodorante per piedi, che mostra i piedi di Neymar letteralmente in fiamme, avvolti da una sorta di divina essenza di unghie dei piedi.

Oppure la nuova pubblicità di un prodotto a base di açaí, un sorbetto quasi letale, che mostra Neymar che solleva due coni come fiale di sperma di unicorno luminoso, con un’espressione come se fosse appena stato colpito in testa da un sasso e fosse la cosa più incredibile che gli sia mai successa”.

 

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Neymar e le pubblicità

del Guardian ci racconta del suo spot preferito:

“Il vero numero uno resta il suo ruolo come volto del principale fornitore brasiliano di batterie per auto. In parte per l’interpretazione di Neymar nel ruolo di installatore di batterie, un genio sexy e ribelle. Tuta verde su misura. Capelli perfettamente pettinati. Uno sguardo verso la telecamera, intenso e maschile, ma anche dolce e giocoso.

Soprattutto, il concetto di una batteria per auto marchiata Neymar. Quanto tempo passerà prima che sorgano dubbi quando il tuo meccanico uscirà dal capanno degli attrezzi con gli zigomi scintillanti? Quanto riuscirai a percorrere con questa batteria prima che il volante voli via e i tergicristalli inizino a girare come fiocchi da novità? Beh… di solito c’è Dave. Dave è nei paraggi? Sai che c’è… forse andrò direttamente da Autobloke sulla tangenziale”.

Neymar è ancora importante?

Neymar è ancora importante? La risposta è sì. Viviamo in un mondo di policrisi, e Neymar resta il più affascinante tra i calciatori di questa categoria, che ora sta entrando forse nell’ultima fase del suo arco narrativo. Scrive il Guardian:

“In un’altra versione del presente, Neymar starebbe giocando all’Emirates Stadium contro il Senegal sabato, una delle poche partite rimaste al Brasile prima del Mondiale dell’estate prossima. Invece ha trascorso la settimana rinchiuso in una sorta di ‘dungeon di rabbia online’, spinto lì dai filmati del suo ritorno al Santos che ha fatto l’errore terribile di ingaggiare Neymar a gennaio e ora rischia la retrocessione.

I video mostrano Neymar che sbaglia davanti alla porta, che fa giocate lente e goffe, e che sembra davvero un pessimo compagno, come se fosse collegato a una macchina che gli infligge scosse elettriche costringendolo a agitare le braccia verso i compagni sempre più stremati. A un certo punto torna dalla metà campo come il peggior insegnante di educazione fisica del mondo per rimproverare i difensori, passando poi corto a uno dei centrali che rilancia in modo comico“.

Chi è ora?

ci tiene ad aggiornarci sulle sue condizioni fisiche:

“Neymar non è in forma. È davvero inquietante vedere questa creatura perfetta con la classica testa gonfia di chi entra nei 30 anni e inizia a perdere smalto. Non che ci siano grandi preoccupazioni immediate: è il ciclo della vita. È tempo di punire Neymar. Accanirsi. Bruciare tutto.

Il Guardian ricorda che Neymar non gioca per il Brasile da due anni.

“Soprattutto, però, è facile dimenticare quanto fosse bravo. La carriera di Neymar è stata, soprattutto, implacabilmente assurda. Ogni mossa è stata distruttiva, dai bizzarri trasferimenti al Barcellona alla vuota propaganda al Psg, fino agli anni di picco in cui avrebbe potuto avere qualsiasi cosa.

Il trasferimento all’Al-Hilal è stato un’assurdità, con tre supercar dedicate, una casa con tre saune, una piscina di almeno 40 metri, un jet privato e spese pagate per 30 membri del suo entourage; in cambio, un calciatore che parla di amore, Gesù e giustizia avrebbe offerto la sua seconda grande carriera come barba per uno stato del Golfo repressivo”.

Le critiche nei suoi confronti non sono una novità: ce le ricorda il Guardian:

“Neymar è il nostro mostro condiviso, il nostro showman-cartoon. Non ha creato questo mondo: ci ha semplicemente vissuto dentro, prendendolo alla lettera, un riflesso in uno specchio della grande industria del calcio che trasforma ciò che ami in un prodotto e uno strumento geopolitico.

Nonostante ricchezza e fama, la sua esistenza è stata anche brutale: dall’infanzia sotto i riflettori, alla colonoscopia televisiva del Mondiale in casa, fino al vuoto esistenziale nel documentario Netflix, che mostra in dettaglio la noia e il senso di inutilità della quotidianità di Neymar”.

E il Mondiale è sempre più lontano.

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