Hamsik: «Alla mia presentazione a Napoli c’erano più di mille tifosi, lì ho capito che il calcio è concepito diversamente»

A Move Media: «Vivevo vicino al centro sportivo e lì tutti mi conoscevano Quando camminavo in città, dovevo mettermi un cappello perché i miei capelli erano riconoscibili».

Hamsik

Mg Bergamo 03/12/2018 - campionato di calcio serie A / Atalanta-Napoli / foto Matteo Gribaudi/Image Sport nella foto: Marek Hamsik

Marek Hamsik ha rilasciato un’intervista a Torsten Smolcic, fondatore di Move Media. L’ex capitano del Napoli ha ricordato il suo passato in azzurro.

Le parole di Hamsik

Com’è stato vivere a Napoli e essere il capitano del club?

«E’ stato bellissimo. E’ molto difficile camminare per la città. Tutti conoscono i giocatori del Napoli, perché lì vivono per il calcio. Quello che ho sentito il primo giorno che sono arrivato… ero solo un ragazzino di vent’anni, ma c’erano più di mille tifosi a vedere me e Lavezzi, che facemmo insieme la presentazione. Dopo, ho capito che Napoli è un posto diverso per quanto riguarda il calcio. Sono stato lì undici anni e mezzo e ogni giorno ho sentito la passione e l’amore dei tifosi per me e per la maglia.

Vivevo in periferia, vicino al centro sportivo, fuori città. E lì tutti mi conoscevano ed era facile camminare per strada. Forse sono stato in centro una o due volte a settimana, in qualche ristorante o a fare shopping. Quando camminavo dovevo mettermi un cappello perché i miei capelli erano riconoscibili».

L’ex capitano azzurro: «Napoli spaventa la prima volta che la vedi, poi ti innamori»

«Sono tutti spaventati quando vedono Napoli per la prima volta, però da dopo la seconda si innamorano perché in questa città c’è tutto: un buon clima, un buon cibo, il mare e la passione per il calcio che si sente in tutte le parti».

«I tatuaggi sono la mia passione, ma la cresta fa parte di me e l’ho considerato il mio porta fortuna durante la carriera e l’ho toccata solo durante le occasioni speciali. La mia cresta è stata riconosciuta in tutto il mondo. Hamsik e cresta vanno assieme. Ho perso il conto di quanti tatuaggi ho fatto per il Napoli».

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