Sinner, via al working progress al servizio. Bertolucci: “La chiave è il polso”
L'ex tennista sulla Gazzetta: "È un movimento studiato per avere una prima palla un po’ più consistente. Ma più che la velocità in sé, l’attenzione si è focalizzata sui tagli. Sicuramente la palla adesso viene sporcata e vengono cercate nuove direttrici"

Melbourne (Australia) 20/01/2025 - Australian Open / foto Imago/Image Sport nella foto: Jannik Sinner ONLY ITALY
Quella ammirata a Pechino è stata una versione leggermente rivisitata di Jannik Sinner. Dopo aver perso la finale dello Us Open, l’azzurro ha mantenuto fede alle sue parole studiando qualche novità per rilanciarsi nel dualismo con Carlos Alcaraz. Sembrerebbe aver cominciato dal servizio, considerata l’ottima resa sul cemento cinese che gli ha visto conquistare il 21esimo titolo in carriera. Su tale aspetto si è soffermato l’ex tennista – oggi opinionista e commentatore televisivo – Paolo Bertolucci nel suo consueto approfondimento per La Gazzetta dello Sport.
Sinner il nuovo servizio, l’analisi di Paolo Bertolucci
“Quello che sta compiendo Jannik Sinner al servizio è un work in progress, come ha detto in conferenza a New York. Controllare ogni mattina le percentuali di servizio del match del giorno prima, come facevamo anni fa con lo spread, non fa bene alla salute e al fegato degli appassionati.
Le percentuali alla battuta dipendono dalla velocità che viene data alla palla, ma pure da rotazioni ed effetti che vengono impressi. Per un servizio esplosivo serve la corretta spinta degli arti inferiori unita al preciso lancio di palla e alla giusta esecuzione per arrivare al puntuale impatto nel migliore dei modi, ha esordito Bertolucci.
“Jannik da provetto professionista ha lavorato tanto, soffermandosi su un paio di cose insieme al suo allenatore Simone Vagnozzi. Una è il lancio di palla che era un po’ troppo avanzato e ha cercato di portarlo più vicino a sé. L’altra è legata al movimento perché c’era una certa dispersione, con una sosta un po’ troppo marcata nella parte inferiore del mulinello. Questa azione è stata accorciata e abbreviata. La testa della racchetta adesso viene su prima, cosa che gli permette di avere un’esecuzione meno dispersiva, più rapida e che incontra meno difficoltà con l’impatto.
È un movimento studiato per avere una prima palla un po’ più consistente. Ma più che la velocità in sé, l’attenzione si è focalizzata sui tagli. Sicuramente la palla adesso viene sporcata e vengono cercate nuove direttrici, ma per far questo, come è logico che sia, ha dovuto ridurre un po’ la velocità di crociera. Questo non influisce tanto sul numero degli ace. Ma permette a Sinner di servire un numero più alto di prime palle”, ha spiegato.
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Bertolucci ha poi continuato la sua analisi sottolineando:
“La superficie, poi, incide sul tipo di servizio che uno effettua. Lo slice dà dei grossi vantaggi soprattutto sull’indoor mentre ne dà di meno sulla terra. In questa fase del calendario, con molti tornei su cemento e indoor, si usa più lo slice. Il lavoro di Jannik, con il mulinello accorciato e il lancio di palla avvicinato, resta però sempre, indipendentemente dalla superficie del momento.
La chiave dell’esecuzione è il polso perché l’impugnatura è la stessa. Il polso viene più piegato verso l’interno quando si cerca lo slice esterno ed è una cosa che viene fatta all’ultimo momento per mascherare la traiettoria e impedire che l’avversario possa leggerla”.
“Nel suo nuovo meccanismo può essere che Jannik abbia abbassato un pochino il lancio: se il mulinello è più veloce, ci sta, probabilmente, di abbassare di una spanna anche il lancio di palla. Il servizio è complesso. Ma è anche l’unico colpo che tu esegui da fermo, senza pressione e su cui puoi lavorare con insistenza, con un allenamento specifico. Come ha fatto Jannik”, ha concluso.