Matic: «I giovani calciatori stanno troppo alla PlayStation, i social distraggono. Io stavo tutto il giorno in campo»
A Sky: «De Bruyne è un top player, vuole giocare sempre. Quando non ci riesci sei scontento ed è normale. Con Conte avranno risolto i loro problemi»

Cm Reggio Emilia 14/09/2025 - campionato di calcio Serie A / Sassuolo-Lazio / foto Cristiano Mazzi/Image Sport nella foto: Nemanja Matic
Matic: «I giovani calciatori stanno troppo alla PlayStation, i social distraggono. Io stavo tutto il giorno in campo»
L’ex calciatore di Roma e Manchester United, attualmente in forza al Sassuolo di Fabio Grosso, ha rilasciato un’intervista ai microfoni de “L’Originale del Lunedì” su Sky Sport. Tra le altre cose si è soffermato sulla questione Conte-De Bruyne.
Matic: «De Bruyne? Ho giocato spesso contro di lui, difficile fermarlo»
Ben 5 gli anni che il serbo ha trascorso tra le fila dei Red Devils e, trovandosi spesso faccia a faccia con il fuoriclasse belga, ha avuto modo di apprezzarne l’enorme qualità:
«Ci siamo affrontati numerose volte, forse più di sei. È un calciatore straordinario e una persona eccellente anche fuori dal rettangolo verde. Fermarlo diventa davvero complicato, soprattutto quando è circondato da altri campioni».
Non poteva ovviamente mancare un passaggio su Antonio Conte, leader maximo di questo Napoli, protagonista (suo malgrado) di numerose illazioni su un ipotetico scontro con lo stesso De Bruyne:
«Antonio Conte è così: con i fuoriclasse come De Bruyne è sempre lo stesso. Vogliono giocare costantemente, segnare, fornire assist e fare la differenza. Quando non ci riescono, è normale che non siano soddisfatti, ma credo che abbiano risolto i loro problemi».
«Secondo me, i giovani calciatori oggi passano troppo tempo con la PlayStation. I social media e l’interazione con i tifosi distolgono l’attenzione dallo sport. Quando ero ragazzo, non c’erano queste interferenze: potevo dedicarmi solo al calcio e ad altri sport. Oggi, con soli due allenamenti al giorno, è difficile concentrarsi esclusivamente sul gioco; io invece stavo tutto il giorno in campo».
Il centrocampista serbo, ha poi spiegato i motivi che l’hanno portato via da Roma e non è mancata una certa vena polemica:
«Quando ho scelto la Roma lasciando il Manchester United, ho accettato un contratto annuale nonostante avessi altre offerte. All’inizio non volevo firmare per una durata limitata, poi, parlando con Mourinho, ho deciso di venire per lui e per i tifosi. Mi era stato detto che a gennaio avremmo rinnovato, ma alla fine non è successo nulla».
Ancora, sulla fine della sua avventura nella capitale:
«Secondo il mio punto di vista, alla Roma ho giocato bene e mi era stato promesso un rinnovo automatico se avessi giocato almeno il 50% delle partite, ma gli accordi estivi erano diversi. Mi sono sentito sempre sotto esame. Ho deciso di dare il massimo fino a fine stagione, sapendo che le strade si sarebbero separate. Non ero io il problema, ma chi non ha mantenuto le promesse. Mi è mancata stabilità, anche se l’affetto dei tifosi non è mai mancato. Ora, a tre anni di distanza e con i dirigenti di allora non più presenti, posso finalmente raccontarlo: meritavo più rispetto».