Invece dei dopati, la Wada va a caccia degli “spioni” che hanno rivelato il caso dei 23 nuotatori cinesi (Times)
C'è un'indagine per scoprire chi abbia fatto trapelare alla stampa i dati sensibili dei presunti (e poi scagionati) dopati cinesi

World Anti-Doping Agency (WADA) Swiss Director General Olivier Niggli delivers a speech at the opening of the two-day annual WADA symposium in Lausanne, Switzerland, on March 12, 2024. The annual WADA Symposium brings together practitioners from international federations, national and regional anti-doping organisations and major event organisations with the aim of advancing the global anti-doping program. Fabrice COFFRINI / AFP
“L’Agenzia mondiale antidoping ha dedicato risorse preziose per denunciare gli spioni che hanno fatto trapelare ai media informazioni sullo scandalo del nuoto cinese del 2021“. Lo denuncia il Times riprendendo un’inchiesta dell’emittente tedesca ARD e del New York Times, riferendosi al caso internazionale dei 23 nuotatori cinesi risultati positivi a un farmaco vietato mesi prima delle Olimpiadi di Tokyo del 2021, con l’agenzia che ha accettato la conclusione di un’indagine supervisionata dalle forze di sicurezza dello Stato in Cina, secondo cui gli atleti erano stati vittime di contaminazione alimentare nella cucina di un hotel. Un pasticcio.
Travis Tygart, amministratore delegato dell’Agenzia antidoping statunitense (Usada), è stato il primo a sollevare preoccupazioni e ha ricevuto il sostegno del governo statunitense quando ha sospeso i finanziamenti alla Wada .
L’emittente tedesca ARD ha rivelato l’esistenza dell’ “Operazione Puntura”, che secondo la Wada non è stata promossa direttamente da loro ma dal loro consiglio degli atleti. “Un portavoce della Wada ha sottolineato che nel maggio 2024 il consiglio ha rilasciato una dichiarazione pubblica chiedendo al dipartimento di intelligence e indagini dell’agenzia di “indagare sulla fuga di dati personali relativi ai casi di contaminazione senza colpa del 2021 che hanno coinvolto nuotatori cinesi”, preoccupazione motivata dal fatto che la fuga di dati includeva “cartelle cliniche altamente riservate di atleti, alcuni dei quali minorenni”.
“Il consiglio degli atleti era preoccupato che i diritti di questi atleti fossero stati violati da coloro che avevano fatto trapelare informazioni sensibili ai media, i quali a loro volta avevano pubblicato i nomi, le fotografie e i dati medici di quei bambini”, ha affermato un portavoce della Wada.
L’ultimo articolo di ARD è stato descritto daLLA Wada come “una narrazione errata”.











