Il Real Madrid è un cane che abbaia ma morde poco: in Champions 76 tiri in porta, solo 8 gol realizzati (As)

Il 10,5% dei tiri è finito in rete. E 5 degli otto gol sono solo di Mbappé. Contro la Juventus, Vinicius ha fatto quattro tiri in porta senza mai segnare.

Champions Mbappé

Real Madrid's French forward #09 Kylian Mbappe looks on during the UEFA Champions League, league phase day 4 football match between Real Madrid CF and AC Milan at the Santiago Bernabeu stadium in Madrid on November 5, 2024. (Photo by Pierre-Philippe MARCOU / AFP)

Ieri il Real Madrid ha vinto 1-0 contro la Juventus con gol di Jude Bellingham, ma il dato relativo alla proporzione tra tiri in porta e reti dei blancos è preoccupante.

I dati del Real Madrid in Champions

As scrive:

Un sacco di tiri e pochi gol. Un can che abbaia, ma morde poco. Il Real Madrid è la squadra che ha realizzato il maggior numero di tiri in tutta la Champions League: 76. Con una notevole differenza rispetto al secondo (Bayern Monaco, 65) e al terzo (Psg, 62). Ma ha segnato finora solo 8 gol. Detto in altro modo: il 10,5% dei suoi tiri è finito in rete. Questa è la realtà. E 5 di essi li ha segnati Mbappé. Non è un allarme, ma una diagnosi. Questo Real Madrid sbaglia troppi gol. E segna una rete ogni 19 tiri in porta in media, qualcosa di inaudito nei blancos. Ieri sera, Di Gregorio ha fatto otto parate, il suo record in Champions League in dieci presenze totali. Il Real Madrid, infatti, è l’unica squadra della competizione il cui portiere rivale ha dovuto più di sette parate nelle prime tre partite. Vinicius, Rodrygo o Mastantuono continuano senza segnare in Champions: qualcosa non va. Vinicius, ad esempio, ha fatto quattro tiri in porta contro la Juventus. 

Elogio di Mbappé il figlio delle banlieue che rifiuta il linguaggio da caverna dello spogliatoio

El Paìs, con Daniel Verdù, torna sull’intervista che Mbappé ha concesso domenica sera a Jorge Valdano a Movistar+. E pare dalla frase che Valdano gli ha detto: «Devi rilasciare più interviste, la gente ne ha bisogno».

Verde, nel suo racconto dell’intervista, parte dal Périphérique, il boulevard che circonda Parigi e che – come scrive – “è metafora di una divisione, di un cliché, che sottolinea le due Frances. I ricchi, i bianchi, i miti e i riti della grande Repubblica a parte. Dall’altro, il corpaccione della città, l’immigrazione, la criminalità. E così rimarrebbe nell’immaginario se non fosse per il fatto che a volte irrompono voci come quella di Mbappé”

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