De Laurentiis: «Si gioca troppo, i calciatori non reggeranno 50-70 partite l’anno. Serve un “cap” anche per le Nazionali»

«I vertici del calcio temono di perdere la loro poltrona, ma è ora di cambiare le regole e il format dei campionati».

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Italian cinema producer, businessman and owner of the Serie A football club SSC Napoli Aurelio De Laurentiis arrives at the Armani Theatre where late Italian fashion designer Giorgio Armani lies-in state, in Milan on September 7, 2025. Giorgio Armani died on September 4, 2025 at 91. (Photo by Piero CRUCIATTI / AFP)

De Laurentiis: «Si gioca troppo, i calciatori non reggeranno 50-70 partite l’anno. Serve un “cap” anche per le Nazionali»

Il presidente De Laurentiis è tornato a parlare di calendario, delle nazionali, del ritmo delle partite e dello stress a cui sono sottoposti i giocatori. Queste le parole di Adl riportate da Class Cnbc:

«L’Europa deve cambiare. Secondo me è arrivato il momento. I vertici del calcio non vogliono cambiare per paura di perdere la loro poltrona sulla quale stanno seduti molto comodamente, ma sarebbe arrivato il momento di cambiare le regole del gioco e il format dei campionati. Si gioca troppo, i calciatori alla fine non ce la faranno più a fare 50, 60 o 70 partite all’anno. Non hanno capito che per le Nazionali servirebbe un “cap”: dopo i 23 anni non puoi più andare in Nazionale, perché devi scoprire i nuovi. Se fai giocare chi ha 37, 35 e 30 anni e questi si infortunano, stai dando un calcio agli stinchi ai campionati locali. Non c’è rispetto per questi campionati e poi non c’è un sufficiente pagamento del prestito di un calciatore che 12 mesi all’anno prende lo stipendio da noi. Anche questo va regolamentato, ci danno un chip ma noi vorremmo un chip, un chop e un chap».

 

Il Napoli perde pure col Torino: due sconfitte in sette partite, non è così che si vincono gli scudetti

Il Napoli ha perso 1-0 contro il Torino. Baroni si conferma bestia nera di Conte. Due sconfitte (la prima contro il Milan, sempre in trasferta) in sette giornate di campionato: difficilmente così si vincono gli scudetti. È la sesta partita consecutiva (tra campionato e Champions) in cui il Napoli subisce gol. Poiché il caso non esiste né tantomeno la sfortuna, c’è un problema. Conte ha l’alibi delle assenze di Hojlund e McTominay oltre a quelle di Lobotka e Politano (entrato nel finale) ma oggi si è visto davvero pochissimo. Napoli al rallentatore. Molle. In attesa di una fiammata che non è mai arrivata. “Chi vive sperando, muore cagando” fece dire Abatantuono a Lo Russo nel film “Mediterraneo”. Ecco, più o meno è andata così. Non si tratta di imbastire processi ma è un dato di fatto che in questa stagione il Napoli non ha trovato la quadra, si direbbe in politica. È una squadra rabberciata, che vive di intuizioni.

Poi c’è Lukaku argomento tabù tra tifosi (più o meno lo detestano). La realtà calcistica è che Romelu svolgeva un lavoro fondamentale nella costruzione del gioco. Nessun altro sa farlo. Oggi Lucca praticamente non l’ha mai vista. Tant’è vero che Conte lo ha tolto per Ambrosino. Hojlund oggi non c’era (ennesimo affaticamento muscolare nel Napoli) ma lui fa – benissimo – il centravanti. Segna. Che per carità è tanto ma segna lui. E basta. Con Lukaku segnavano tutti, a partire da McTominay altro assente di giornata.

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