Basta romanticizzare lo sport professionistico, i tennisti lamentosi che vanno in Arabia lo confermano (Süddeutsche)

Il Six Kings Slam di Riyadh. Il mercato regola ciò che la moralità e la politica non possono. Zverev ha guadagnato 25.424 dollari al minuto.

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Italy's Jannik Sinner (L) is helped by a medical trainer during his men's singles match against Netherlands' Tallon Griekspoor (not pictured) at the Shanghai Masters tennis tournament in Shanghai on October 6, 2025. (Photo by Hector RETAMAL / AFP)

L’hobby prevalente degli ultimi mesi di Alexander Zverev è perdere. E visto che si trova così bene è andato a perdere anche al Six Kings Slam di Riyadh. E’ durato 59 minuti, contro Fritz. Sorrideva. Perché per quell’oretta di tennis lo hanno pagato un milione e mezzo di dollari. Il torneo-esibizione più ricco del pianeta è ovviamente una cosa che si trasforma dopo un paio di preliminare nell’ennesima sfida Alcaraz-Sinner: chi vince si porta a casa 6 milioni di dollari.

Il dibattito pre e post – quello sui poveri giocatori devastati da un calendario da schiavitù agonistica – ovviamente viene disinnescato dall’evento. Ne hanno scritto più o meno tutti, all’estero, in questi giorni. In Italia no: perché dove c’è Sinner che vince non c’è critica che regga il confronto. Alcaraz è arrivato a sfiorare il ridicolo dicendo che lui manco li guarda, i montepremi… si trova in Arabia perché gli piace il deserto evidentemente.

La Süddeutsche Zeitung ne fa un discorso generale: scrive che è “assurdo” che Zverev guadagni “25.424 dollari al minuto. Al secondo, fa, tic, 424 dollari, tac, ops, di nuovo 424 dollari. Dovremmo accusare Zverev di essersi arreso ai soldi? Assolutamente no”. Perché “elevarsi moralmente al di sopra dei protagonisti è troppo facile”.

“Anche se a volte può essere auspicabile, non si dovrebbe e non si deve romanticizzare lo sport professionistico. Non si tratta di attivisti per i diritti umani in missione globale, ma di atleti agonisti che da tempo operano a livello di imprese commerciali e che ruotano inevitabilmente attorno a se stessi. Da un punto di vista economico, sarebbe stato fondamentalmente negligente da parte di Zverev rifiutare l’offerta dell’Arabia Saudita, anche se il capofamiglia medio potrebbe giustamente chiedersi se, con circa 55 milioni di dollari di montepremi finora, i prossimi 1,5 milioni di dollari saranno di aiuto decisivo a Zverev nel suo cammino verso la felicità. L’italiano Jannik Sinner, tuttavia, è stato piacevolmente onesto, ammettendo: “Mentirei se dicessi che c’è un altro motivo oltre i soldi”. Spesso si ama affermare di voler contribuire alla prosperità e allo sviluppo del tennis in tutto il mondo”.

Forse – continua il giornale tedesco – dovremmo guardare eventi come questo “da una prospettiva diversa. A volte il mercato regola ciò che la moralità e la politica non possono”.

“Resta da vedere se le star del settore saranno disposte a diventare comparse in modo permanente, anche se ricevono un compenso consistente. Entrambi i quarti di finale sono già stati orribili da guardare, e gli spalti erano vuoti. Oppure potrebbe effettivamente verificarsi un miracolo e Zverev si renderebbe conto che, data la sua forma e condizione attuale, sarebbe meglio per lui prendersi una pausa a tempo debito piuttosto che partecipare a una parodia dello sport professionistico”.

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