De Giorgi: «Come nel calcio, anche nel volley si sentono tutti allenatori. Abbiamo il mirino addosso di default»

Oggi iniziano i Mondiali dell'Italvolley maschile. Il ct al CorSport: «C’è stata un’evoluzione rispetto a 4 anni fa; ora si dialoga per trovare le soluzioni più adatte».

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Katowice (Polonia) 19/09/2021- campionati Europei Volley / Slovenia-Italia / foto Imago/Image Sport nella foto: Ferdinando De Giorgi

Il ct dell’Italvolley maschile Fefè De Giorgi ha rilasciato un’intervista al Corriere dello Sport in merito all’inizio dei Mondiali. Oggi l’Italia affronterà l’Algeria nel primo match.

De Giorgi: «Gli allenatori il mirino addosso ce l’hanno di default»

De Giorgi cosa ne pensa della sfortuna che le ha tolto Lavia e per poco ci riusciva anche con Romanò e Gargiulo? Vota per una benedizione superiore?

«Mi limiterei a un sano realismo. Gli infortuni non si possono evitare, tantomeno programmare. Certamente non dovrebbero capitare così a ridosso della manifestazione per cui ti stai preparando da mesi. E ne so qualcosa personalmente: agli Europei del 1993, mi feci male una settimana prima ma riuscì comunque a partire con la squadra».

Si sente per caso nel mirino della critica?

«Sinceramente, no. Allo stesso tempo non è una novità. Gli allenatori il mirino addosso ce l’hanno di default. Non è una cosa strana. Sono troppo focalizzato su quello che c’è da fare per dedicare tempo ed energie a cose del genere. Questa per me è una squadra speciale per quello che ha fatto in questi anni. Tutto ciò che sta succedendo fa parte di un percorso iniziato nel 2021 con il trionfo europeo e proseguito l’anno successivo con l’oro Mondiale».

Cosa trova di diverso rispetto a 4 anni fa nei suoi ragazzi?

«C’è stata un’evoluzione, è cambiata la vita, anche un po’ le persone. Inizialmente c’è stata un’adesione, un coinvolgimento istintivo, spontaneo. Ora c’è una consapevolezza diversa. Si dialoga, si parla per trovare insieme le soluzioni più adatte a questo o a quel problema rimanendo sempre competitivi che poi è il tema ricorrente di questi anni. E non si tratta di essere superiori ma di rimanere speciali nella maniera in cui si lotta per costruire qualcosa, ponendosi in maniera non critica ma costruttiva di fronte a ogni problema».

Dicono che De Giorgi gestisca male la panchina, che cambi poco: è d’accordo?

«No, ma non per partito preso o presunzione. Dico intanto che evidentemente chi sostiene questa tesi non ha seguito bene la nostra estate. Poi mi rendo conto che, come nel calcio, anche nel volley sono tutti allenatori. Ma non è così semplice. Detto questo non mi metto a sprecare energie per pensare o gestire certe cose».

Da campione del mondo uscente, teme le aspettative di tutto il movimento?

«Quello che abbiamo vinto, ce lo siamo conquistato tutto, palla dopo palla dopo un profondo ricambio generazionale al quale non molti credevano e siamo ancora qui a combattere per continuare a rimane competitivi nell’élite mondiale. Normale si abbiano delle aspettative, l’importante è non esagerare».

Cosa ha scritto a Velasco dopo il trionfo Mondiale a Bangkok?

«Ci siamo scritti qualche messaggio durate quei giorni, ma penso che l’ultimo chissà quando lo leggerà dopo tutti quelli che avrà ricevuto. Il nostro è un profondo rapporto affettivo fatto di conoscenza e di esperienze vissute. Detto questo noi siamo i primi tifosi delle ragazze, quello che stanno facendo per il movimento è qualcosa di incredibile. È davvero una bella immagine che può essere solo fonte di ammirazione e ispirazione per come hanno lottato, per com sono state capaci di rimanere squadra nelle difficoltà».

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