Come mai il giornalismo sportivo è passato da Brera e Mura a un esercito di specialisti in ghiandole salivari? (Padellaro)
Sul Fatto. L'esercito dello slurp ora sta passando da Sinner a Velasco. Un consiglio a Jannik: non è che stesse cercando una comfort one anche dai tantissimi spot pubblicitari?

Gianni Mura
Come mai il giornalismo sportivo è passato da Brera e Mura a un esercito di specialisti in ghiandole salivari? (Padellaro)
Antonio Padellaro sul Fatto quotidiano scrive di Sinner e della sua ossessiva presenza in tv grazie agli spot pubblicitari ma anche del giornalismo sportivo e del suo declino.
Scrive Padellaro:
Se con la sconfitta si placherà il diluvio di aggettivi superlativi piovuti sul nostro fuoriclasse potremo dire che non tutto il male, eccetera. Poi, un giorno si dovrà capire cosa diavolo è capitato al giornalismo italiano, e a quello sportivo in particolare un tempo fucina di prose corrosive (i Brera, i Mura) e oggi specialista nella spremuta delle ghiandole salivari. Attività instancabile visto che, dopo aver cucinato in umido il povero Jannik, l’esercito dello slurp si sta dedicando al monumento equestre del bravissimo Julio Velasco. Che ancora non cammina sulle acque ma possiede, abbiamo letto, “la camminata di Sorrentino al festival di Cannes, il passo lento e sicuro, il sorriso beffardo di uno che non può essere toccato da nulla”.
Non solo giornalismo sportivo: i tanti, troppi, spot pubblicitari di Sinner
Sempre per la serie dei consigli non richiesti faceva un po’ strano, nelle pause televisive tra i game, osservare la carovana di spot che festosamente accompagnava Sinner verso la sconfitta. Alcaraz lo infilava con l’ennesima palla break e, subito dopo, ecco l’epopea di Jannik scandita da un cronometro di marca. E così via, in un’apoteosi di spaghetti al dente, di caffè in capsule di magici integratori, di griffe del lusso, di servizi online mentre lo spagnolo bum bum non gli dava tregua.
Da profani della materia non sappiamo dire se questa pubblicità trasversale e compulsiva giovi o no agli sponsor. Ma se il nostro amato campione stesse cercando una comfort zone anche da Carosello (il conto in banca è già abbastanza comfort) be’ avrebbe tutta la nostra solidarietà.