Christillin: «Dopo il derby l’Avvocato passava da Boniperti e gli raccontava cose incredibili inventate» (Gazzetta)

«L’Avvocato rinfacciava a Boniperti di non aver acquistato Maradona, lui stava allo scherzo e rispondeva di essere troppo cattolico per ingaggiare un giocatore con un cognome vagamente blasfemo»

Christillin Conte

Db Milano 23/09/2019 - The Best FIFA Football Awards / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Evelina Christillin

La Gazzetta dello Sport ha intervistato Evelina Christillin che ha raccontato della sua lunga amicizia con l’avvocato Agnelli e anche alcuni aneddoti

Quando è che l’Avvocato la fece salire per la prima volta sul suo elicottero?

«Credo che sia stato nel 1971. Ero sciatrice, azzurra nella nazionale B, avevo partecipato a qualche gara di Coppa del Mondo. Ero bravina, non bravissima. L’Avvocato andava a sciare con l’elicottero e un giorno disse a mio padre: ‘La prossima volta porta la ragazzina, voglio vedere come scia’».

È vero che l’Avvocato l’aveva soprannominata “Moon Face”, Faccia di Luna.

«Verissimo. Avevo un visto tondo, sembrava una mela. La mia nipotina di 14 anni è uguale a me. La prendono in giro e io le dico: ‘Guarda che io alla tua età ero come te’»

In elicottero con l’Avvocato.

«Si volava in montagna per sciare, si atterrava a Villar Perosa per salutare la squadra, i giocatori andavano quasi in pellegrinaggio da lui, e poi si decollava per Torino e si andava alla partita. Un grande classico dei derby con il Toro era lo scherzo a Boniperti. Il presidente lasciava lo stadio all’intervallo ad ogni partita, ma contro il Toro anche prima. Correva a casa, si rinchiudeva nello studio con i tappi nelle orecchie perché dalla sua abitazione sentiva i boati del Comunale. Non voleva sapere il risultato. Finita la partita, l’Avvocato passava da lui e gli raccontava cose incredibili, inventava cose assurde. Boniperti diceva: ‘Non è possibile, non è possibile’».

L’Avvocato rinfacciava a Boniperti di non aver acquistato Maradona, nonostante la sua segnalazione precoce, quando Diego era giovanissimo.

«È vero, era una presa in giro affettuosa. Boniperti stava allo scherzo e rispondeva di essere troppo cattolico per ingaggiare un giocatore con un cognome vagamente blasfemo (Maradona, Madonna, ndr). Boniperti, come tutti noi, frequentava la parrocchia di San Vito. Le nostre erano famiglie molto religiose. Agnelli aveva saputo del giovane Diego tramite i suoi contatti internazionali, Fiat Argentina, credo. A casa Agnelli, c’era un centralino che aveva o reperiva i numeri di telefono di chiunque. L’Avvocato chiamava a qualunque ora. Mi ricordo il nome del capo centralinista, Spiro. Non c’erano i cellulari. Da lì partivano telefonate per il mondo intero».

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