Chi è Ali Barat, il super-agente che solo quest’estate ha “firmato” 15 trasferimenti per 400 milioni di euro

L'intervista al Telegraph: "La mia è un'agenzia-boutique, voglio solo 22 giocatori, due per ruolo"

Chelsea Nico Jackson

Chelsea's Senegalese striker #15 Nicolas Jackson reacts to their defeat on the pitch after the English Premier League football match between Chelsea and Nottingham Forest at Stamford Bridge in London on September 2, 2023. Forest won the game 1-0. (Photo by JUSTIN TALLIS / AFP)

Ali Barat è l’evoluzione di Mino Raiola. E’ in questo momento il più “forte” super-agente di giocatori del  calcio mondiale. Solo quest’estate ha supervisionato 15 trasferimenti per un valore complessivo di oltre 400 milioni di euro. Ed è un gran personaggio. I comunicati stampa della sua azienda, Epic Sports, “sono lezioni di vanagloria”, scrive il Telegraph, che l’ha intervistato.

“Vanitosi? Senza dubbio. Ma sono anche rinfrescanti e diversi. Nessun altro agente rilascia simili comunicati. Nessun altro agente fornisce pubblicamente i dettagli degli accordi come fa Barat – come nel caso di Jackson, che prevede un pre-accordo obbligatorio da 81,5 milioni di euro  – e nessun altro agente ha probabilmente goduto di una finestra di mercato altrettanto positiva. Oltre a Jackson, che ha portato al Chelsea per 32 milioni di sterline dopo averlo scoperto mentre guardava un video di 10 secondi quando aveva solo 17 anni ed era ancora nel suo Senegal natale, ci furono accordi clamorosi come quello di Dean Huijsen al Real Madrid, di Noni Madueke e Piero Hincapie all’Arsenal e di Xavi Simons al Tottenham Hotspur”.

“Anche il percorso di Barat è interessante. Racconta di come fosse un rifugiato iraniano – la sua famiglia fu costretta a fuggire a Londra dopo la rivoluzione del 1979, quando era solo un neonato – cresciuto con l’ossessione per il calcio e la passione per il videogioco Championship Manager”, scrive il giornale inglese.

Ho studiato giurisprudenza fino al 2001, all’University College di Londra – racconta Barat – Poi ho iniziato a lavorare nel mondo degli affari. Lavoravo nel settore degli eventi. Mi sono trasferito ad Abu Dhabi e mi sono concentrato molto sull’approvvigionamento di prodotti da India e Cina. Quindi, più in ambito imprenditoriale. Ecco perché aveva senso andare ad Abu Dhabi, perché all’epoca era un posto promettente. È stato un buon punto di partenza. Ho instaurato contatti con i proprietari del Manchester City ed è lì che ho iniziato a lavorare come intermediario, diciamo, non come agente di giocatori, ma più come intermediario di affari”.

“Ho costruito un rapporto con Roberto Mancini. Non provenivo da quel mondo, quindi all’inizio non si è trattato tanto di accordi. E poi è stato come ‘oh, ok, ci sono un sacco di soldi in ballo’. Poi ho iniziato a frequentare Edin Dzeko e poi il suo trasferimento alla Roma. Sono sempre stato ossessionato dal calcio e da giochi come Championship Manager. Potevo passare ore, ore, ore a costruire la mia squadra, la mia rosa. Sono sempre stato ossessionato fin da quando ero giovane”, racconta Barat.

E’ un tipo originale. Dice di voler costruire la sua agenzia, la “Epic 22” come una boutique. Vuole solo 22 giocatori rappresentati, come fosse una squadra, “due per ruolo. Se hai solo due giocatori per ruolo, allora diciamo, non so, hai Caicedo che è felice al Chelsea, va tutto bene, ma non vuole andarsene. E hai un altro centrocampista difensivo. Quindi, tutta la tua attenzione e concentrazione può essere rivolta a lui. Ecco perché vogliamo mantenere un gruppo massimo di 22 giocatori”.

Sembra il manifesto che l’agente sportivo nel film Jerry Maguire con Tom Cruise stila quando parla di relazioni personali e di attenzione alla qualità piuttosto che alla quantità. “Col tempo, lavorando con diversi agenti e i loro giocatori, non sono rimasto molto colpito dal modo in cui lavoravano. Sentivo semplicemente che avevano troppi giocatori, un servizio non eccellente e credo che spesso avessero un conflitto di interessi perché avevano 10 o 20 attaccanti nella loro agenzia e non offrivano lo stesso servizio a tutti i loro giocatori. Così, a gennaio 2020 ho deciso di creare Epic Sports, un’agenzia boutique che rappresenta un gruppo selezionato di giocatori di alto livello con una gestione della carriera a 360 gradi, con tutti loro che avevano accesso diretto a me.”

“Alcuni agenti cercano di farmi fare brutta figura con i club, inventano bugie. Fa parte del gioco e, a dire il vero, non ho mai reagito. Ogni volta che chiamano i miei giocatori – perché so che lo fanno – sono molto rilassato”.

“Non sono un esperto di calcio. Ci sono sicuramente persone più brave di me a individuare i talenti e ho persone molto vicine a me che mi danno consigli sui giocatori. Ma quello in cui sono molto bravo è analizzare il lato umano del giocatore, la sua mentalità. Il talento è un aspetto, ma il sacrificio, la determinazione, questi aspetti sono un’altra cosa”.

L'”esempio perfetto” del suo modo di operare, dice Barat, è Jackson: “Ho visto un video di 10 secondi. Ho potuto vedere quanto fosse veloce e tecnico. All’epoca non era un attaccante. Era più un centrocampista offensivo, che poteva giocare sia come esterno che come numero 10. L’ho incontrato con Diomansy Kamara. È un ex calciatore ed è stato lui a mostrarmi il filmato. Sono volato in Senegal. Li ho incontrati entrambi. Gli ho spiegato che mi sarebbe piaciuto lavorare con lui e che dovevo prepararlo. Abbiamo portato Jackson al Benfica per un provino. E loro mi hanno detto ‘è un ottimo giocatore, Ali, ma non è migliore di quelli che abbiamo’. E io ho detto ‘complimenti ragazzi, rispetto la vostra decisione’ e poi siamo andati al Villarreal e il resto è storia”.

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