Becker vorrebbe non aver vinto Wimbledon a 17 anni: «I bambini-prodigio non arrivano a 50 anni»

Alla Bbc: "Ero ancora un bambino. Ha segnato tutta la mia vita. Nessuno mi diceva no, la ricetta per il disastro"

Becker

Boris Becker, German former tennis player and coach of Denmark's Holger Rune follows the game against Italy's Jannik Sinner during their first round-robin match at the ATP Finals tennis tournament in Turin on November 16, 2023. (Photo by Tiziana FABI / AFP)

Boris Becker vorrebbe non aver vinto Wimbledon a 17 anni. Aveva, per la precisione 17 anni, sette mesi e 15 giorni quando sconfisse Kevin Curren in finale nel 1985, diventando il più giovane campione di singolare maschile di Wimbledon di tutti i tempi. Poi avrebbe vinto altri cinque Slam, tra cui altri due Wimbledon.

“Se ricordate qualche altro bambino prodigio, di solito non arriva a 50 anni a causa delle prove e delle tribolazioni che seguono”, ha detto Becker alla Bbc. “Qualunque cosa tu faccia, ovunque tu vada, con chiunque tu parli, diventa un evento mondiale. Diventerà il titolo di alcuni dei giornali più importanti di domani. E tu stai solo cercando di maturare, di trovare il tuo posto nel mondo. Quando inizi una seconda carriera, tutto si misura in base al successo ottenuto vincendo Wimbledon a 17 anni. E questo ha cambiato radicalmente il percorso che mi aspettava. Sono felice di averne vinti tre, ma forse 17 anni erano pochi. Ero ancora un bambino“.

Dopo essersi ritirato nel 1999 e aver lavorato come opinionista in tv, Becker ha allenato Djokovic per tre anni, tra il 2013 e il 2016, aiutandolo a vincere sei dei suoi 24 Slam. Poi è andato in galera: “Tifavo per Djokovic quando lo vedevo in tv, è stato molto stimolante per me e, alla fine, anche molto emozionante. Mio fratello Novak era lì e io in una delle peggiori prigioni del mondo. Questo mi fa vedere la vita in prospettiva”.

“Ero troppo a mio agio. Avevo troppi soldi. Nessuno mi ha detto ‘no’: tutto era possibile. Col senno di poi, questa è la ricetta per il disastro”.

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