Sinner è prigioniero della sua gabbia dorata, pressato da sponsor e impegni (Corsera)
Venerdì lo attende il grande evento di Msc Crociere, di cui diventa ambassador dopo Sofia Loren. Follow the money, diceva la gola profonda del Watergate, segui i soldi, ma anche i risultati

Parigi 08/06/2025 - finale Rolland Garros maschile / foto Imago/Image Sport nella foto: Jannik Sinner ONLY ITALY
Sinner è prigioniero della sua gabbia dorata, pressato da sponsor e impegni (Corsera)
È dura (si fa per dire) la vita del numero uno del tennis mondiale, sottoposto a mille pressioni extra-campo, tra impegni e sponsor. Ora si scrive tanto del suo ritiro a Cincinnati, il sesto della carriera. Ne scrive il Corriere della Sera che definisce Sinner barone rosso.
Scrive il Corsera:
Nulla impedisce al barone rosso di testare brevemente energie e salute tutelato dalla privacy, magari all’accademia di John Mcenroe, come fece a Wimbledon sui campi indoor dopo aver picchiato per terra il gomito nel match contro Dimitrov, depistando stampa e curiosi, prima di affacciarsi sui campi di Flushing, dove ogni sua alzata di sopracciglio sarà scrutata dalle telecamere. È la dura vita del re del tennis, pressato dagli sponsor e dagli impegni (venerdì lo attende il grande evento di Msc Crociere, di cui diventa ambassador dopo Sofia Loren), prigioniero della sua gabbia dorata: follow the money, come diceva la gola profonda del Watergate, segui i soldi, ma anche i risultati.
Sinner, sei ritiri; Alcaraz mai
Del ritiro scrive ovviamente anche Il Giornale, ricordando che Alcaraz non si è mai ritirato:
Alcaraz è in vantaggio anche sui ritiri, visto che ha giocato in carriera 325 partite e non è mai uscito dal campo senza finire il match. A Jannik è già accaduto 6 volte in 378 partite, con un campionario di guai a piedi (vesciche), anca, ginocchio, caviglie, ma soprattutto per quei malesseri che lo colpiscono quando meno se lo aspetta. E qui si torna ai motivi ancora sconosciuti che lo hanno menomato a Cincinnati.