Le calciatori non apprezzano il nuovo ct della nazionale femminile spagnola(So Foot)
So Foot riporta che le giocatrici spagnole avevano chiesto le dimissioni di Rubiales per tornare a giocare, ma Montsé Tomé ha ignorato queste richieste. La federazione ha minacciato sanzioni contro le dissidenti.

New coach of Spain's female football team Montse Tome poses with a jersey following a press conference at the Ciudad del Futbol training facilities in Las Rozas de Madrid on September 18, 2023, ahead of the UEFA Nations League football matches against Sweden and Switzerland. Spain won the Women's World Cup in August but the four weeks since have been filled with controversy and turmoil after former president Luis Rubiales forcibly kissed midfielder Jenni Hermoso. (Photo by Thomas COEX / AFP)
Sono passati quasi due anni da quella notte a Sydney, quando la nazionale femminile spagnola vinse il suo primo Mondiale battendo l’Inghilterra. Da allora, però, forti tensioni interne hanno travolto il movimento. Le dimissioni e la successiva condanna di Luis Rubiales per l’aggressione a Jenni Hermoso durante i festeggiamenti, e l’allontanamento del ct Jorge Vilda hanno acceso i riflettori su una crisi ben più profonda.
Spagna, frattura insanabile tra le campionesse e la federazione
L’articolo pubblicato da So Foot fa il punto sull’attuale situazione:
“Le tensioni tra la Rfef e la nazionale erano iniziate ben prima del Mondiale 2023, con la vicenda delle ‘Las 15’. Una prima rivolta delle giocatrici, che denunciavano condizioni poco favorevoli per le prestazioni durante l’Europeo 2022, concluso ai quarti contro l’Inghilterra (2-1). Jorge Vilda, principale bersaglio della protesta, è stato sospeso un anno dopo dalla federazione. Ma la Rfef ha continuato sulla stessa linea con Tomé, la quale è comunque diventata la prima donna a guidare questa squadra. Ex assistente di Vilda, che non aveva esitato ad applaudire al discorso di Rubiales il 25 agosto 2023, quando questi aveva rifiutato di dimettersi e aveva accusato il ‘falso femminismo’. Vera rivoluzione della federazione o semplice tentativo di placare le giocatrici? In ogni caso, l’inizio del rapporto tra Tomé e le giocatrici non è stato idilliaco.
Poco prima dell’annuncio della sua prima lista, 39 giocatrici – tra cui 21 campionesse del mondo – hanno pubblicato un comunicato chiedendo cambiamenti profondi nella struttura federale, come la riorganizzazione dell’organigramma del calcio femminile, dell’ufficio presidenziale, della segreteria generale e della direzione dell’integrità, ma anche le dimissioni del presidente Rfef – perché Rubiales era ancora in carica, e le giocatrici avevano già fatto sapere che non sarebbero tornate a giocare senza il suo addio. Richieste ignorate da Montsé Tomé, che nella sua lista ha incluso diverse campionesse del mondo e giocatrici del gruppo ‘Las 15’ che non avevano ancora accettato di tornare a giocare. L’ex centrocampista di Levante e Oviedo si è difesa sostenendo che nessuna giocatrice si era dichiarata indisponibile – una bugia smascherata dalle stesse interessate subito dopo. La federazione, dal canto suo, ha minacciato di sanzionare le dissidenti.”