Il doppio lavoro di Mancini al City: per 300.000 sterline allenava l’Al-Jazira quattro giorni l’anno (Times)

Il suo contratto è uno dei punti chiave delle accuse della Premier al City: aveva uno stipendio base di 1,45 milioni ma la sua società in Italia riceveva 1,75 milioni all'anno

Mancini Juventus Nazionale spalletti

Saudi Arabia's Italian coach Roberto Mancini looks on during the 2026 FIFA World Cup AFC qualifiers football match between Saudi Arabia and Jordan at al-Awwal Stadium in Riyadh on June 11, 2024. (Photo by Fayez NURELDINE / AFP)

Gli ormai famosi 115 capi d’accusa per presunte violazioni delle sue regole finanziarie sono in realtà 130.  E a quasi un anno dall’inizio dell’udienza non è ancora stato emesso alcun verdetto. Il Times ha cercato di riprendere il filo della questione isolando alcuni dei punti chiave. Tra questi c’è il “doppio lavoro” di Roberto Macini.

“Le accuse alla Premier League includono otto presunte violazioni delle regole relative a “tutti i dettagli della remunerazione degli allenatori nei relativi contratti con il loro allenatore” dal 2009-10 al 2012-13, quando Roberto Mancini era l’allenatore del club – scrive il Times – Nel 2022, Der Spiegel pubblicò i contratti relativi al suo impiego. Da questi risultava che il suo primo contratto con il City prevedeva uno stipendio base di 1,45 milioni di sterline – al netto delle tasse – ma che la sua società in Italia riceveva anche 1,75 milioni di sterline all’anno per il suo lavoro di consulente per l’Al-Jazira, club con sede ad Abu Dhabi, per il quale si impegnava ad allenare per quattro giorni all’anno”.

In pratica Mancini arrotondava lo stipendio fatturando 300.000 sterline per quattro giorni di lavoro.

“Le email pubblicate da Der Spiegel sembrano dimostrare che la sua società, Italy International Services (IIS), emetteva fatture trimestrali al City, che inviava il denaro all’ADUG, che a sua volta lo girava ad Al-Jazira per il pagamento. I documenti trapelati mostrano che l’accordo con Al-Jazira è stato assistito da Simon Pearce, un dirigente del City e consigliere della famiglia reale di Abu Dhabi”, conclude il Times.

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