Il calcio non spende nulla per la lotta al doping, la Fifa si è persino rifiutata di fornire le cifre (Telegraph)

Il calcio inglese investe lo 0,04 percento dei suoi ricavi nella lotta al doping. Il ciclismo il 17%, l'atletica il 15. Il calcio finge che il problema non esista

Image taken with a mobile phone shows an ASO staff member standing at the entrance of the anti-doping control zone near the finish line at the end of the 173 km thirteenth stage of the 100th edition of the Tour de France cycling race on July 12, 2013 between Tours and Saint-Amand-Montrond, central France. AFP PHOTO / JOEL SAGET (Photo by JOEL SAGET / AFP)

Il calcio inglese investe solo lo 0,04 percento dei suoi ricavi nella lotta al doping, come rivelato dal Telegraph Sport. Una inchiesta esclusiva ha portato alla luce livelli di finanziamento «inaccettabilmente» bassi nei principali sport britannici. La Rugby Football Union e l’English and Wales Cricket Board spendono rispettivamente solo lo 0,07% e lo 0,06% dei loro ricavi in questo settore. Richieste di accesso alle informazioni inviate a UK Anti-Doping (Ukad) hanno rivelato che «il contributo finanziario totale fornito dalla Premier League a UK Anti-Doping negli anni finanziari [dal 2021 al 2025] è nullo (0 sterline)».

La Premier non investe nulla contro il doping

La Premier League insiste sul fatto che gli sforzi antidoping non sono di sua responsabilità e dovrebbero essere lasciati alla Football Association, l’organismo che regolamenta questo sport in Gran Bretagna.

Altri sport, invece, – prosegue il Telegraph – adottano un modello a contribuzione mista, in cui leghe e organizzatori di eventi contribuiscono a finanziare le misure di sicurezza antidoping. Ad esempio, il Label Road Race Program, che include le otto maratone più importanti al mondo, finanzia l’Athletic Integrity Unit (Aiu) per condurre test antidoping aggiuntivi durante i suoi eventi, e nulla impedisce alla Premier League di aumentare il budget fornito dalla FA per il calcio.

Per la Football Association i casi sono rari ma il contributo è più di Germania, Francia e Spagna

La Football Association (FA) delega le attività antidoping all’Ukad, a cui fornisce un contributo annuo di 1,55 milioni di sterline a sostegno di tali sforzi. Il calcio inglese è comunque più proattivo dei suoi omologhi europei. La spesa della FA è più del doppio delle 714.000 sterline che la Federcalcio tedesca versa all’Agenzia Nazionale Antidoping tedesca. Gli organismi equivalenti in Francia e Spagna non contribuiscono affatto, secondo le agenzie antidoping nazionali (L’Italia neanche viene citata, ndr). Ma mentre l’investimento della FA può essere paragonato favorevolmente a quello di altre nazioni, il quadro cambia se si considera l’intera struttura del calcio inglese. La Premier League è un’entità globale estremamente ricca che ha registrato un fatturato di 3,65 miliardi di sterline nel 2023-24. Il fatturato totale dei club della Premier League ha superato i 6 miliardi di sterline.

«È inaccettabile che uno sport come il calcio non partecipi di più alla lotta al doping» ha affermato il parlamentare laburista Clive Efford, ex membro della commissione governativa per la cultura, i media e lo sport. «È come se preferissero fingere che non possa accadere». In una dichiarazione, la Federcalcio inglese (FA) sostiene che il doping nel calcio inglese resta «raro». Dal 2015, 16 giocatori della Premier League sono risultati positivi ai test antidoping, ma solo un giocatore — l’ex nazionale inglese Jake Livermore, risultato positivo alla cocaina — è stato sanzionato. Il recente caso che coinvolge Mykhailo Mudryk del Chelsea, accusato di doping dopo essere risultato positivo al meldonium, deve ancora essere concluso e pertanto non figura nei dati di Telegraph Sport.

L’indignazione degli altri sport

Queste cifre hanno suscitato indignazione negli sport che hanno aumentato i loro investimenti antidoping. Nel caso dell’Unione Ciclistica Internazionale (Uci), si arriva fino al 17,3% dei ricavi, del suo fatturato annuo di 42,1 milioni di sterline per il suo programma antidoping. Ciclisti, organizzatori e squadre versano una tassa per finanziare la lotta al doping. La federazione utilizza queste entrate per finanziare l’Agenzia internazionale per i test, che gestisce il programma antidoping dello sport. World Athletics destina quasi 6 milioni di sterline dei suoi 40 milioni di sterline di entrate (il 15%) all’Aiu per implementare la lotta al doping nello sport.

L’atletica leggera spende in totale quasi 9 milioni di sterline per la lotta al doping. Questo  rappresenta la cifra netta più elevata al mondo, seguita da tennis e ciclismo. La Federazione Equestre Internazionale dichiara un budget di 4,1 milioni di sterline per la lotta al doping. Tale budget include anche la spesa per il benessere degli animali. In fondo alla lista ci sono il basket e l’hockey, due sport che spendono meno dell’1% dei ricavi per le misure di sicurezza antidoping.

È preoccupante – scrivono – che l’indagine di Telegraph Sport abbia rilevato che diverse federazioni sportive globali di alto profilo si siano rifiutate di rivelare le proprie spese per la lotta al doping. Tra queste organizzazioni figurano la Fifa, World Rugby e World Triathlon.

Correlate