Ufficiale, la carriera da solista di Davide Ancelotti parte dal Brasile: è il nuovo allenatore del Botafogo
Contratto valido fino alle fine del 2026. Lo seguiranno due assistenti, lo spagnolo Luís Tevenet e il britannico Andrew Mangan, e il preparatore atletico italiano Luca Guerra.

Real Madrid's Italian coach Carlo Ancelotti (L) speaks with Real Madrid's Italian assistant coach Davide Ancelotti at the Santiago Bernabeu stadium in Madrid on September 27, 2023. (Photo by Thomas COEX / AFP)
La notizia era praticamente certa già da qualche giorno, adesso è anche ufficiale: dopo tanti anni al fianco del padre, Davide Ancelotti comincerà la sua carriera da allenatore in prima guidando il Botafogo. L’annuncio è arrivato oggi pomeriggio direttamente dal club brasiliano, che riferisce di un contratto valido fino alle fine del 2026.
Davide Ancelotti nuovo allenatore del Botafogo, l’annuncio ufficiale
“Davide Ancelotti è il nuovo allenatore del Botafogo. L’italiano ha firmato un contratto valido fino alla fine del 2026!”, si legge.
“Il Botafogo annuncia che Davide Ancelotti sarà il nuovo allenatore della prima squadra. Il tecnico italiano ha firmato questa mattina un contratto valido fino alla fine della stagione 2026. L’allenatore è arrivato in Brasile questa mattina all’aeroporto di Galeão. Nel pomeriggio, verrà presentato alla squadra presso il centro tecnico per iniziare il lavoro. Al suo fianco si uniranno due assistenti: lo spagnolo Luís Tevenet e il britannico Andrew Mangan. Oltre a loro, si unirà alla squadra anche il preparatore atletico italiano Luca Guerra”.
BEM-VINDO, ANCELOTTI! 🇮🇹🔥
Davide Ancelotti é o novo treinador do Botafogo. Italiano assinou contrato com o Glorioso até o final de 2026! ✍🏼📋 #VamosBOTAFOGO pic.twitter.com/aeCg8EfJk4
— Botafogo F.R. (@Botafogo) July 8, 2025
Lo ricordiamo, Davide Ancelotti era già in Brasile avendo seguito suo padre nello staff della Seleçao. Sostituirà Renato Paiva, allenatore che ha guidato il Botafogo alla vittoria della Copa Libertadores e raggiunto gli ottavi al Mondiale per Club.
Leggi anche: Davide Ancelotti: «L’arrivo in Brasile è stato scioccante. Sogno di allenare il Real, Florentino lo sa»
Ancelotti porta il Brasile al Mondiale: «Migliorati in difesa? Beh sono italiano»
Mentre la Nazionale italiana arranca nel buio e addirittura sembra che si sia promessa a Gattuso, il calcio altrove è una cosa seria e in Brasile hanno corteggiato per un anno Carlo Ancelotti e alla fine lo hanno portato sulla panchina della Seleçao. La Nazionale verdeor era in crisi, sono bastate due partite con Ancelotti alla guida e il Mondiale è cosa fatta. La qualificazione è stata raggiunta stanotte con la vittoria per 1-0 (ma il dominio è stato più netto) sul Paraguay che era avanti in classifica. Adesso il Brasile lo ha scavalcato ed è secondo a pari punti con l’Ecuador. Il gol vittoria è stato segnato da Vinicius. Rispetto alla prima partita, formazione nettamente più offensiva col 4-2-4, in campo Raphinha, Martinelli, Cunha e Vinicius.
A fine match, hanno chiesto ad Ancelotti della maggiore solidità difensiva della squadra e lui con nonchalance da trapattoniano ha risposto: «Beh, sono italiano». Ha elogiato la mediana composta da Casemiro e Bruno Guimarães, così come Vinicius Júnior e Raphinha. Non ha chiuso le porte a Neymar: «È venuto a trovarci in albergo prima della partita. Neymar può giocare in qualsiasi parte del campo. Ci sono una settantina di giocatori da osservare per il Mondiale 2026. Non abbiamo ancora una lista definitiva di 25 o 26 giocatori». Ancelotti ha così festeggiato nel migliore dei modi il suo compleanno numero 66.
«Mi hanno soprannominato Carlinho e mi piace»
Carlo Ancelotti, l’unico allenatore ad aver vinto il titolo nei cinque principali campionati europei (Italia, Inghilterra, Francia, Germania e Spagna) e il solo ad aver alzato per cinque volte la Champions League, racconta la sua esaltante carriera in una lunga intervista rilasciata a Vivo Azzurro Tv: «Mi hanno soprannominato Carlinho e mi piace. Adesso inizia un’altra avventura, è una responsabilità grande, ma anche una grande felicità avere l’opportunità di allenare la nazionale brasiliana. Sono stato accolto con molto affetto, spero di preparare bene la squadra e fare in modo che sia competitiva al prossimo Mondiale».
Imparare una nuova lingua non sarà un problema: «Dovrò studiare il portoghese come ho dovuto studiare il francese, l’inglese, lo spagnolo: mi aiuterà il fatto che il portoghese ha la stessa grammatica».
Leggi anche: Ancelotti gira per Rio con l’auto blindata e quattro guardie del corpo
Ancelotti racconta di Arrigo Sacchi: «È stato un innovatore, ha portato qualcosa di nuovo nel calcio a livello tattico e di metodologia. Ho lavorato tanti anni con lui da giocatore e allenatore, è stato per me un maestro molto importante».
Sulla gestione del gruppo «Non l’ho studiato, sono fatto così e cerco di trasmettere la mia identità e il mio carattere nella relazione con gli altri. Il carattere si forma con i maestri che hai avuto nell’infanzia: tuo papà, gli insegnanti a scuola e gli allenatori. La convivenza tra i grandi campioni dipende dall’intelligenza individuale di ciascuno di loro. Solitamente il grande campione è serio, professionale e lavora bene. La gestione non è così complicata. Il rapporto con i giovani oggi è più complicato rispetto al passato. Per i calciatori è cambiato lo status: oggi un giovane ha molte più responsabilità addosso rispetto a quella che avevo io quando ero calciatore. Ora dietro ha tanta gente: c’è il procuratore, ci sono i genitori, i fratelli e le sorelle. La responsabilità è veramente molto alta».