Nell’Italia femminile mancano le individualità importanti, ma la coesione è la vera forza (So Foot)

“È proprio la collettività che ha permesso loro di avere il sopravvento sulle norvegesi. Occhio a non cadere nella sindrome dell'outsider e pensare che la finale all'Europeo sia alla portata”.

Cm Ginevra 16/07/2025 - Europeo femminile 2025 / Norvegia-Italia / foto Cristiano Mazzi/Image Sport nella foto: esultanza a fine gara Italia

L’Italia affronterà l’Inghilterra domani nella semifinale dell’Europeo femminile; il match sarà visibile su Rai 1 alle ore 21. Le Azzurre sono arrivate tra le prime quattro d’Europa (insieme anche a Spagna e Germania che si giocheranno l’altra semifinale) da outsider e ora vorrebbero realizzare il sogno di raggiungere una finale che manca da ventotto anni.

L’Italia femminile in semifinale all’Europeo da outsider

Il portale francese So Foot analizza come arriva l’Italia al match di domani sera:

“Chi immaginava che le italiane si avvicinassero così tanto alla finale? Pur con una storia alle spalle nella competizione (due volte finaliste, nel 1993 e nel 1997), le Azzurre non raggiungevano le semifinali da 28 anni. Dopo una fase a gironi chiusa con quattro punti su nove, la Nazionale italiana ha fatto un’impresa battendo le norvegesi ai quarti di finale (1-2). Impressionante la coesione e l’unione del gruppo; le giocatrici di Andrea Soncin offrono un calcio verticale, lasciando che le loro avversarie vengano a pressarle alto. È proprio questa disciplina collettiva che ha permesso loro di avere il sopravvento su una squadra basata più sulle individualità come la Norvegia.

La capitana Cristiana Girelli sta emergendo come una delle stelle del torneo. La giocatrice della Juventus, costantemente cercata in area di rigore con i cross, ha segnato un’eroica doppietta ai quarti. Più limitate individualmente rispetto alle altre semifinaliste, e soprattutto molto meno esperte, le italiane dovranno stringere i denti: contro squadre tecnicamente superiori, mostrano dei limiti. Dovranno anche evitare di cadere nella trappola della sindrome dell’outsider, che può farle illudere che la finale sia alla portata”.

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