Michael Johnson inguaiato da Trump, la sua start-up per la Champions dell’atletica è in crisi di liquidità
La notizia è di Front Office Sports: un finanziatore all'ultimo si è tirato indietro e lui non riesce a fronteggiare ai pagamenti (anche con gli atleti)

In this photo taken on April 3, 2019, retired US athlete and Olympic gold medalist Michael Johnson attends a promotional event ahead of the Hong Kong Rugby Sevens tournament. US sprint champion Michael Johnson says he is "back to normal" after he was blindsided by his stroke last year, in a recovery he credits in part to his rewarding years of charity work. Johnson is in Hong Kong for the weekend's Rugby Sevens tournament -- the biggest event on the city's sporting calendar. Anthony WALLACE / AFP
Michael Johnson è considerato il più grande quattrocentista di tutti i tempi. Ha vinto quattro ori olimpici, otto mondiali e ha detenuto per 17 anni il record mondiale dei 400 metri piani. Il quattrocentista di Dallas ora però non corre più. Ed è in difficoltà con la sua startup. Grand Slam Track, ideata per rivoluzionare il mondo dell’atletica, sta affrontando una grave crisi finanziaria. E sta mettendo a rischio milioni di dollari e la sua stessa reputazione. La causa? Il disinvestimento dei finanziatori a causa dei dazi imposti da Donald Trump. Grand Slam Track è nata per creare un circuito tra grandi atleti: una sorta di Champions dell’atletica, un po’ come avvenuto nel nuoto (anche lì l’esperimento si è poi fermato, anche e soprattutto per la guerra dichiarata all’Ucraina).
Trump e la Grand Slam Track
Grand Slam è stata lanciata lo scorso anno con “impegni” per 30 milioni di dollari, guidati da Winners Alliance, la società sportiva presieduta dal miliardario di hedge fund Bill Ackman. Pitchbook elenca un totale di 39,5 milioni di dollari. Tra questi Apl Ventures, una società di investimento della Silicon Valley guidata da Albert Lee. Lanciata con grandi aspettative e un ambizioso obiettivo di trasformare l’atletica leggera offrendo premi in denaro senza precedenti (fino a $100.000 per la vittoria di un “Slam”), Grand Slam Track è ora sommersa dai debiti. Una fonte vicina a Johnson ha poi rivelato a Front Office Sports che Grand Slam deve agli atleti almeno 13 milioni di dollari, oltre a una somma non specificata a fornitori vari. La causa principale di questa crisi sarebbe il ritiro di un investitore chiave che avrebbe disatteso un impegno a otto cifre a causa dei dazi di Trump
I dazi del Presidente Usa
Johnson non ha rivelato il nome dell’investitore, ma una fonte ha indicato che il ritiro è avvenuto pochi giorni dopo il debutto di Grand Slam ad aprile a Kingston, in Giamaica. La motivazione? L’intenzione di investire altrove a seguito degli annunci sui dazi del presidente Donald Trump. «Siamo in una situazione economica molto, molto difficile in questo momento. Una fase storica senza precedenti che ha colpito molte persone, molte aziende, e uno dei nostri investitori». Johnson ha menzionato Trump ma ha alluso all’annuncio dei dazi del presidente come un problema significativo per lo sponsor che ha ritirato il suo denaro. «C’è molta volatilità nei mercati», ha detto Johnson. «Ad aprile abbiamo assistito a un cambiamento sismico nell’economia a causa dei dazi».
I debiti
Grand Slam Track aveva inizialmente cercato di minimizzare i problemi finanziari, attribuendo la cancellazione del suo quarto e ultimo evento a Los Angeles a «problemi contrattuali con la sede». Tuttavia, Johnson ha successivamente ammesso a Front Office Sports che la cancellazione era dovuta a difficoltà economiche. La pressione è aumentata con atleti come la velocista Gabby Thomas (oro olimpico a Parigi nei 200, nella staffetta 4×100 e 4×400) che hanno richiesto pubblicamente i pagamenti. World Athletics, la federazione internazionale, ha poi annunciato di voler intervenire per obbligare la lega a onorare i suoi impegni. La lega ha rinegoziato il suo piano di pagamento con la città di Miramar, in Florida, per gli oltre 77.000 dollari dovuti per l’utilizzo della sua pista. Nonostante ciò non ha pagato alla scadenza del 18 luglio. Nonostante la situazione precaria, Johnson si è detto fiducioso di superare la crisi e ha espresso la sua intenzione di tornare per una seconda stagione nel 2026. “È stato un duro colpo per noi, ha causato un grave problema di liquidità, ci ha messo in una posizione difficile, ha messo in difficoltà anche i nostri atleti”, ha detto Johnson. «Ma siamo molto fiduciosi che ne usciremo».