Il fascino del Fluminense: origini aristocratiche, tifoseria anti-razzista e latin lover in panchina (El Paìs)
Paìs racconta che Renato Portaluppi, meglio conosciuto come Renato Gaúcho, disse a Pelé: «Per ogni tuo gol, una moglie mia». In Brasile, si vocifera che il tecnico sia stato con 5000 donne

Db Orlando (Stati Uniti) 04/07/2025 - FIFA Club World Cup 2025 / Fluminense-Al-Hilal / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Renato Portaluppi
Il fascino del Fluminense: origini aristocratiche, tifoseria anti-razzista e latin lover in panchina (El Paìs)
Stasera – ore 21, in diretta su Dazn e Canale 5 – Fluminese e Chelsea si sfideranno per un posto in finale al Mondiale per Club 2025. Una partita inedita, ma dall’alto contenuto storico. Soprattutto sul versante dei brasiliani, che possono vantare memorie antichissime e personaggi iconici. Proprio al club di Rio de Janeiro, “El Paìs” dedica un lungo approfondimento in cui si trovano svariate ‘chicche’ molto interessanti. Ve ne proponiamo un estratto.
El Paìs e il focus sul Fluminense
“Inaugurato nel 1920, lo stadio del Fluminense, situato nel ricco quartiere di Laranjeiras, è stato dichiarato patrimonio culturale di Rio de Janeiro nel 1988. La facciata in stile Luigi XVI, i suoi interni sontuosi che fondono Art Nouveau e Art Déco, il marmo con i nomi dei suoi più grandi atleti e le statue erette tra le siepi dei suoi giardini rivelano le origini aristocratiche dell’unico club sudamericano”, si legge.
El Paìs continua sottolineando che il Fluminese fu fondato nel 1902 da 20 membri, tra cui il suo primo presidente, Óscar Cox. Poi racconta: “Uno degli episodi più leggendari del calcio brasiliano ebbe luogo nell’affascinante e adiacente stadio di Laranjeiras. Il 13 maggio 1914, Fluminense e América si affrontarono in una partita in cui i neri erano ancora malvisti. Carlos Alberto Fonseca Neto era un centrocampista meticcio che si cospargeva il viso di polvere di riso per nascondere la sua carnagione in una squadra quasi interamente composta da bianchi. La leggenda narra che il trucco fu svelato dallo sciogliersi della polvere sul viso, e i tifosi dell’America iniziarono a gridare: «Po de arroz, Po de arroz«. Ovvero, polvere di riso. La versione del Fluminense afferma che i tifosi dell’America, arrabbiati perché Carlos Alberto li aveva traditi firmando per il Fluminense, iniziarono a intonare cori per infastidirlo e bollare il suo nuovo club come razzista. Il coro divenne popolare anche tra i tifosi degli altri tre principali club di Rio de Janeiro: Botafogo, Vasco da Gama e Flamengo”.
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“Lo stigma del razzismo era ed è combattuto dai tifosi del Fluminense lanciando polvere di riso ogni volta che la squadra scende in campo durante le partite casalinghe. L’ironia è condivisa dai tifosi neri del Fluminense, il cui roster di giocatori storici include Carlos Alberto, il grande terzino e capitano del Brasile negli anni ’70, Rivelino, Dirceu, Pintinho, Marcelo e persino Ronaldinho e Romario”, sottolinea il giornale spagnolo.
Renato Gaúcho e la fama di latin lover
Tra i giocatori più illustri nella storia del Fluminense c’è anche l’attuale allenatore, Renato Portaluppi, meglio conosciuto come Renato Gaúcho. El Paìs si sofferma sul tecnico riferendo della sua proverbiale fama di latin lover: “La leggenda narra che Renato Gaúcho disse a Pelé: «Per ogni tuo gol, una moglie mia» (…) In Brasile, si dice addirittura che Renato Gaúcho sia stato con 5000 donne in vita sua. La sua passione per la vita notturna gli valse anche l’esclusione dalla nazionale brasiliana per i Mondiali del 1986. Tele Santana lo fece fuori dopo che il giocatore organizzò una festa fuori dall’hotel della squadra con il suo compagno Leandro. Renato fu l’unico escluso, ma Leandro si fece avanti: “Se Leandro non va ai Mondiali, non ci andrò nemmeno io”. Zico e Sócrates cercarono di convincere Leandro a non dare forfait, ma lui non tradì l’amico”.
E sul Portaluppi allenatore: “È lo showman del calcio brasiliano, capace di collegare il gioco della seduzione al possesso palla in una conferenza stampa virale. Renato Gaúcho sbalordì la stampa brasiliana parlando così di un uomo che aveva trascorso un’intera serata cenando, bevendo, ballando e chiacchierando con una donna. «Ha sprecato una quantità mostruosa di fiato. Un mio amico è arrivato al club e ha conquistato la partita in quindici minuti, e poi sono andati in hotel. Hai capito la morale? Il possesso palla è sprecare fiato. Sei, sette ore… il mio amico ha vinto la partita in 15 minuti». Lo stile di Renato Gaúcho si basa su quello che lui chiama “il caos” del pressing alto. Possesso palla ridotto e corse vertiginose, se possibile”.